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Aggiornamenti dal sistema solare: novembre 2015

MAVEN annuncia i primi risultati della sua missione su Marte, a un anno dall’arrivo in orbita. Tre altre missioni, invece, stanno per raggiungere il termine della propria missione, non prima di offrirci nuove e affascinanti osservazioni: Rosetta concluderà a settembre del 2016 con un ultimo viaggio verso la superficie della cometa 67P; Dawn ha cominciato la manovra che lo porterà in orbita bassa su Cerere, l’ultima fase della propria missione; ultimo anno e mezzo di missione anche per Cassini, che ha compiuto ad ottobre due fantastici sorvoli di Encelado.

Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e quelle in fase di preparazione.

Missioni in fase di preparazione per il lancio: 3

La prossima missione della NASA, Insight, partirà il prossimo 8 marzo alla volta di Marte. Il lander studierà il terreno marziano utilizzando una trivella in grado di scavare fino a 5 m sotto la superficie. La missione vedrà come payload secondario anche due cubesat, denominati Mars Cube One (MarCO). Si tratterà dei primi cubesat a compiere un flyby planetario e verranno utilizzati come dimostratori tecnologici per ritrasmettere segnali da e per il lander.

Sempre verso Marte sarà diretta la prossima missione europea, Exomars 2016. La missione comprende due veicoli, il Trace Gas Orbiter, che studierà l’atmosfera marziana, e Schiaparelli, che servirà a testare tecnologie per l’ingresso in atmosfera e l’atterraggio. Un nuovo strumento italiano è stato recentemente montato sul lander, in preparazione al lancio che avverrà il 14 marzo. Nel frattempo è stato anche scelto il luogo di atterraggio nella missione Exomars successiva, quella del 2018, che prevede anche l’utilizzo di un rover.

È stato completato ad ottobre l’assemblaggio della sonda OSIRIS-REx (Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification, Security-Regolith Explorer), della NASA, e sono cominciati i test ambientali che verranno completati prima dell’invio verso il sito di lancio al Kennedy Space Center a maggio. La sonda verrà lanciata a settembre del 2016 e la sua missione prevede la raccolta e il ritorno verso Terra di un campione di circa 60g dall’asteroide Bennu. Si tratterà del campione di roccia più grande riportato a Terra dai tempi della sonda Luna 24, nel 1976.

Missioni Operative: 20

La sonda WIND, di NASA, si trova attualmente in orbita intorno al punto lagrangiano L1 Terra-Sole; la sua missione di osservazione della nostra stella dura ormai da oltre 20 anni. A farle compagnia in L1 c’è l’orbiter americano ACE (Advanced Composition Explorer), di soli 3 anni più giovane rispetto a Wind, e la missione congiunta ESA/NASA Solar and Heliospheric Observatory (SoHO), che a dicembre festeggerà i 20 anni in orbita.

Lo scorso giugno si è unita alla compagnia in L1 anche la missione congiunta NASA/NOAA DSCOVR (Deep Space Climate Observatory). Si tratta del primo satellite di osservazione della Terra ad operare in L1 e ha anche funzioni di osservatorio solare. Il comando della sonda è recentemente passato dalla NASA al NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration).

La missione della NASA STEREO (Solar and TErrestrial RElations Observatory) si compone, invece, di due sonde, Stereo A e Stereo B che condividono l’orbita della Terra intorno al Sole, rispettivamente, precedendo (A=Ahead) e seguendo (B=Behind) il nostro pianeta, permettendo così osservazioni stereoscopiche. Purtroppo ancora non sono stati ripresi i contatti con Stereo B, interrotti per un’anomalia da ormai più di un anno.

Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO), della NASA, continua la sua missione di mappatura ad alta risoluzione della Luna durante la sua missione estesa. Alla fine di settembre ha fatto fronte con successo all’ennesima eclissi lunare ibernando la maggior parte dei propri strumenti per la durata dell’evento astronomico.

Sempre intorno al nostro satellite, le due sonde della missione Artemis, anch’essa di NASA, stanno silenziosamente studiando il debole campo magnetico lunare per una lunga missione che dovrebbe durare ancora alcuni anni.

Sulla superficie di Marte siamo arrivati al sol 1158 per Curiosity/Mars Science Laboratory (MSL). Il rover ha percorso oltre 11.3 km e continua ad esplorare un’area alle pendici del Monte Sharp. È invece il sol numero 4192 per l’altro rover della NASA Opportunity, sulla superficie di Marte da oltre 11 anni. Il Mars Exploration Rover (MER) superstite ha concluso lo studio dell’area intorno al cratere Spirit of St.Louis, e si è addentrato nella Marathon Valley, dove probabilmente trascorrerà il suo settimo inverno marziano.

Tre orbiter americani sono invece in orbita intorno a Marte. La sonda MAVEN, a un anno dal suo arrivo sul pianeta rosso, ha rilasciato i primi risultati scientifici sull’atmosfera marziana, confermando che la principale causa del suo assottigliamento è stato il vento solare, non ostacolato dalla presenza di un campo magnetico come qui sulla Terra.

Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) è invece in orbita dal 2005, ed a settembre è salito alla ribalta delle news con la conferma dell’osservazione periodica di acqua salata e liquida sulla superficie di Marte.

Il terzo orbiter americano, Mars Odyssey, è in orbita dal 2001 e i suoi obiettivi principali sono lo studio della meteorologia, topografia e geologia.

A fare compagnia alle sonde americane ci sono anche Mars Express dell’ESA, in orbita dal 2003, e l’ultima arrivata, la Mars Orbiter Mission indiana, su Marte dall’anno scorso.

La sonda europea Rosetta è sempre in orbita intorno alla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. La missione terminerà a settembre del 2016, quando verrà fatta posare sulla superficie del nucleo, ripetendo l’avventura di Philae. Riguardo a quest’ultimo, dopo alcuni brevi contatti a giugno e luglio non è stato più possibile comunicare. Gli ingegneri ESA sono al lavoro per tentare di ristabilire i contatti prima della fine dall’anno, quando la lontananza dal sole renderà di fatto impossibile risvegliare Philae.

La sonda americana Dawn ha appena completato la terza fase della sua missione sul pianeta nano Cerere, la cosiddetta High Altitude Mapping Orbit (HAMO), alla quota di circa 1500 km. Alla fine di ottobre la sonda ha acceso nuovamente i motori a ioni per procedere verso l’ultima fase della sua missione, la Low Altitude Mapping Orbit (LAMO), a soli 380 km di altitudine, da cui invierà a partire da Dicembre le osservazioni a più alta risoluzione mai ottenute dall’affascinante asteroide.

La missione NASA/ESA/ASI Cassini, da oltre 10 anni intorno a Saturno, ha cominciato da poco la sua orbita Rev 225 nell’ambito della nuova fase “equatoriale” della Solstice Mission. Ottobre è stato il mese dedicato all’affascinante satellite Encelado con due flyby (E-20 ed E-21), l’ultimo dei quali ha permesso una visione fantastica dei getti d’acqua provenienti dal satellite dalla quota minima di soli 49 km. Il prossimo 13 novembre Cassini effettuerà l’ultimo sorvolo dell’anno di Titano (T-114). Nell’ultima parte del mese (Rev 226), invece, le osservazioni verranno concentrate sull’atmosfera di Saturno. La missione terminerà nel 2017.

La sonda americana New Horizons, dopo aver sorvolato il sistema di Plutone lo scorso 14 luglio, è ora in viaggio all’interno della cosiddetta fascia di Kuiper. Dopo le prime fantastiche – e inedite – immagini del pianeta nano e di Caronte, insieme ad alcune delle lune più piccole, la sonda ha cominciato il mese scorso periodo di trasmissione dei dati a terra, inviando la gran parte delle immagini e dei dati accumulati durante il flyby. Nel frattempo, New Horizon si sta preparando per il prossimo obiettivo della missione, l’oggetto della fascia di Kuiper denominato 2014 MU69. Proprio nei giorni scorsi è stata completata con successo l’ultima delle quattro accensioni dei propulsori per correggere la rotta in vista del prossimo obiettivo.

Infine, le sonde americane Voyager 1 e 2, lanciate nel 1977, dopo aver sorvolato Giove, Saturno e, nel caso di Voyager 2 anche Urano e Nettuno, sono ancora operative nel loro viaggio di allontanamento dal sistema solare. Voyager 1 ha ormai lasciato l’eliosfera e si trova attualmente a circa 134 UA dalla Terra (18 ore e 33 minuti-luce), mentre Voyager 2 è a circa 110 UA dalla Terra e 15 ore e 14 minuti-luce.

Missioni in viaggio verso il prossimo obiettivo: 3

La sonda giapponese Akatsuki è in orbita eliocentrica in attesa di incontrare Venere per la seconda volta, dopo la fallita inserzione in orbita nel 2010. La sonda ha completato le tre piccole manovre correttive che permetteranno di ritentare l’immissione in orbita il prossimo 7 dicembre. Dati i problemi di propulsione di Akatsuki, il team della JAXA ha dovuto ridefinire gli obiettivi della missione.

Hayabusa 2, anch’essa dell’agenzia spaziale giapponese (JAXA), è in viaggio verso l’asteroide 1999 JU3, recentemente battezzato “Ryugu”, per riportarne a terra un campione. La missione prevede l’arrivo sull’asteroide nel luglio del 2018 dopo un flyby della Terra nel dicembre del 2015, con ripartenza verso il nostro pianeta nel dicembre del 2019. Se tutto va bene, i campioni prelevati torneranno a Terra nel dicembre del 2020. La missione giapponese si è portata dietro anche numerosi payload secondari, alcuni dei quali condivideranno la missione di Hayabusa 2 su 1999 JU3: MINERVA II, sempre di JAXA, e MASCOT dell’agenzia spaziale tedesca (DLR) in collaborazione con il CNES francese. MINERVA II è un minilander (peserà solo circa 500 g) mobile (“hopper”) che tenterà l’atterraggio sull’asteroide, dopo il tentativo fallito della prima versione di MINERVA su Hayabusa 1. MASCOT (Mobile Asteroid Surface Scout) avrà una missione simile, ma è anche di dimensioni maggiori, con una massa di circa 10 kg.

La sonda della NASA, Juno, è in viaggio verso il gigante del sistema solare, Giove. L’arrivo a destinazione è previsto tra un anno, il 4 luglio del 2016. Il team della NASA ha recentemente rivisto i piani della missione, scegliendo di inserire la sonda in un’orbita leggermente più alta rispetto a quella prevista inizialmente, allungando anche la durata della missione da 15 a 20 mesi.

Sonde operative senza una missione: 2

Non è ben chiaro lo stato del lander cinese Chang’e 3 e del rover Yutu sulla superficie lunare. Prima dell’eclisse lunare dello scorso settembre, comunque, i radioamatori sono incredibilmente riusciti a ricevere il segnale dal rover, a quasi due anni dall’atterraggio sulla Luna.

Dopo aver concluso la sua missione principale in orbita intorno alla Luna e quelle secondarie che l’hanno vista orbitare il punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Sole e sorvolare l’asteroide 4179-Toutatis, la sonda cinese Chang’e 2 continua il suo allontanamento dalla Terra nella sua orbita eliocentrica. La sonda ha ormai passato il traguardo dei 100 milioni di km di distanza dalla Terra e attualmente viene utilizzata dagli ingegneri cinesi per testare le comunicazioni spaziali di lunga distanza nello spazio profondo.

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