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NASA: Curiosity prosegue nell’esplorazione di Marte dopo gli studi effettuati sul “Marias pass”

Il rover Curiosity, arrivato sul suolo marziano nell’Agosto 2012, continua nella sua ricerca di prove biologiche per dimostrare l’abitabilità, in un lontano passato, del pianeta rosso.  In particolare, nelle ultime settimane c’è stata una svolta inaspettata durante l’esplorazione di una zona di contatto geologica denominata “Marias Pass”.

E’ proprio in tale area infatti che il rover della NASA ha rilevato un’elevata concentrazione di idrogeno e silice durante la trapanazione di una roccia chiamata “Buckskin”,  attraverso l’uso di un’apposita strumentazione presente a bordo del rover: un laser, denominato ChemCam, per  la silice; il DAN (Dynamic Albedo of Neutrons) per l’ idrogeno. Inaspettatamente il DAN ha rilevato la presenza di idrogeno nel sottosuolo durante il suo funzionamento in passive mode, per poi tornare nuovamente in tale zona in active mode. In quest’ultimo caso dei neutroni vengono “sparati” sulla superficie marziana e la presenza di idrogeno nel terreno ha l’effetto di rallentare il moto dei neutroni stessi. Se il DAN rileva tale rallentamento, vuol dire che si è in presenza di idrogeno nel sottosuolo. In questo modo può essere quindi rilevata la presenza di acqua su Marte.

In particolare, la presenza di idrogeno è dovuta al rilevamento di molecole di acqua e di ioni idrossili assorbiti dai minerali presenti nelle rocce e nel suolo marziano.

Tale area ad elevata concentrazione di idrogeno e silice è stata inizialmente perlustrata da Curiosity il 21 maggio. Qui è stata notata la presenza di due substrati rocciosi molto diversi tra loro: si ha infatti un’arenaria più scura in superficie , che rappresenta uno strato più “asciutto”, privo cioè di molecole di acqua,  seguito da una roccia sedimentaria argillosa, che indica quindi uno strato più “idratato”, relativo ad un’era geologica precedente.

Questo può aiutare molto nel comprendere cambiamenti climatici avvenuti in passato su Marte, a partire dalle condizioni che hanno portato dalla formazione del primo substrato a quello più recente. Proprio la presenza di questa sostanziale differenza ha portato il team di scienziati ad un cambiamento di rotta per Curiosity, con l’obiettivo di ispezionare meglio l’area, prelevando ulteriori campioni attraverso la trivellazione del terreno. Di qui la scelta del Marias Pass come percorso “più interessante” dal punto di vista scientifico nella rotta verso il monte Sharp.

Come ha affermato Igor Mitrofanov dello Space Research Institute di Mosca, la presenza  di acqua in questa zona è circa tre/quattro volte superiore a quella trovata in qualsiasi altra area ispezionata da Curiosity durante i sui tre anni di permanenza su Marte.

Fortunatamente durante la trivellazione del Buckskin non si è avuto nessun malfunzionamento , come invece era avvenuto a Febbraio mentre era in corso il trasferimento al laboratorio interno al rover di campioni di polveri del suolo marziano, nell’area di Pahrump Hills.

Sono state infatti effettuate delle modifiche per proteggere il rover da eventuali guasti, come affermato da Steven Lee, responsabile del progetto Curiosity presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, in California. In questo modo Curiosity può continuare nella perforazione del terreno anche in presenza, ad esempio, di corto circuiti. E’ stata inoltre migliorata la telemetria per avere maggiori informazioni diagnostiche qualora dovessero verificarsi di nuovo dei guasti.

Il principale obiettivo sarà quindi quello di analizzare i strati più profondi del monte Sharp per ricercare tracce di ambienti abitabili nel passato marziano e prove evidenti di perdita di acqua, avvenuta nel corso di milioni di anni, sul pianeta rosso.

Fonti: NASA

Copyright immagine: NASA-JPL

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