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L’assicurazione sui lanci Iridium

Il nuovo satellite Iridium Next (© Iridium).

Il consorzio Iridium ha annunciato a fine luglio che sarà costretto a rimandare di due mesi (ovvero fino a dicembre) il lancio da parte russa dei primi due satelliti di nuova generazione Iridium Next. Questo a casua di un problema hardware ai collegamenti in banda-K. Sono però stati confermati i successivi sette lanci, a cura di SpaceX, che entro il 2017 porteranno in orbita ben 70 satelliti.
I periti delle assicurazioni coinvolte avevano, in passato, richiesto di poter vedere in funzione i primi due Iridium Next per almeno 4 mesi, in modo da poter escludere difetti operativi congeniti prima di fornire copertura per i lanci successivi. Questo vorrebbe dire effettuare il primo lancio del Falcon non prima dell’aprile 2016, anche nell’ipotesi che SpaceX riesca a confermare il suo manifesto piuttosto affollato e con la complicazione dell’insuccesso del 28 giugno scorso.
Secondo una relazione presentata da Iridium alla Commissione Titoli e Borsa americana (SEC), il consorzio sarebbe in difficoltà nel trovare compagnie di assicurazione in grado di fornire il livello di copertura richiesto dai finanziatori. Uno dei requisiti sarebbe la sottoscrizione di un pacchetto assicurativo che copra tutti i 72 satelliti almeno tre mesi prima del lancio dei primi due (che, come abbiamo detto, è previsto con un razzo Dnepr a dicembre). Iridium sta cercando di ottenere dai finanziatori una deroga a questa scadenza, ed ha affermato di aver raggiunto circa il 60% del livello di copertura assicurativa richiesto.
L’assicurazione è divisa in tre parti:
– una copre il lancio del Dnepr ed il primo anno in orbita dei primi due satelliti (questa parte è abbastanza tipica nel mondo aerospaziale)
– la seconda copertura riguarda i lanci SpaceX con il Falcon 9. Il premio di questa parte è relativamente ridotto, in quanto Iridium ha concordato con l’azienda di Elon Musk una clausola di ripetizione del lancio in caso di problemi al vettore, ed il lancio sostitutivo non richiede ulteriore assicurazione. In questo caso il carico pagante sarebbe costituito dai 9 satelliti di riserva commissionati a Thales Alenia Space. L’assicurazione sul primo lancio fallito coprirebbe i costi del secondo più la realizzazione di un decimo satellite.
La copertura dei rimanenti sei lanci prevede una “franchigia” di due satelliti per ogni lotto di dieci, ovvero l’assicurazione pagherà solo se, in un singolo lancio, almeno 3 satelliti andranno perduti. In questo caso verrà liquidata anche una quota del costo del lancio stesso.
– La terza polizza viene chiamata da Iridium “Assicurazione Aggregata di Costellazione”, e copre i rischi non tutelati dalle altre due, ma con una “franchigia” di ben cinque satelliti. Dunque, la perdita di sei satelliti farebbe scattare l’indennizzo. A questo punto la polizza verrebbe resettata, riportando a sei il numero di satelliti da perdere prima di poter richiedere un nuovo indennizzo. Dopo il dodicesimo satellite perso, ogni singolo satellite ulteriore verrebbe ripagato.
Un altro elemento che viene a complicare la posizione di Iridium è la richiesta da parte del comitato di finanziatori, guidato dell’agenzia francese Coface per il credito all’export, di assicurare non solo gli eventuali lanci sostitutivi, ma anche il premio stesso di assicurazione legato ad essi. Come si vede, una situazione davvero intricata che ha portato Iridium ad affermare che difficilmente riuscirà a completare tutto l’iter richiesto prima del primo lancio, e che potrebbe non riuscire a riassicurare i premi legati ai lanci supplementari.
Nonostante ripetuti incidenti, specie al vettore russo Proton, i premi delle assicurazioni su lanci e carichi paganti sono ai minimi da anni. Il Falcon perso a giugno da SpaceX non era assicurato nè da SpaceX, nè da NASA, nè da parte degli altri clienti paganti. Pertanto la sua distruzione non dovrebbe riflettersi su un aumento dei premi del settore: una buona notizia per Iridium.

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