L’azienda americana produttrice di motori spaziali Aerojet Rocketdyne ha annunciato di aver concluso lo sviluppo del sistema di propulsione a basso impatto ambientale basato sul nitrato di idrossilammonio (AF-M315E). Il nuovo motore fa parte di un progetto congiunto tra l’azienda, la NASA e la Ball Aerospace & Technologies che ha l’obiettivo di costruire un payload dimostrativo basato sul nuovo carburante. Il satellite si chiamerà Green Propellant Infusion Mission (GPIM) e verrà lanciato, almeno secondo i piani, a fine 2016 dal Falcon 9 di SpaceX.
Nel dettaglio la Aerojet Rocketdyne ha comunicato che il sistema prodotto è composto da un serbatoio di propellente e da cinque propulsori in grado di esprimere 1 Newton di spinta. La vera novità è tuttavia rappresentata dal nitrato di idrossilammonio, un combustibile non tossico sviluppato dalla US Air Force Research Laboratory. In base ai test effettuai l’AF-M315E fornisce prestazioni superiori di gran lunga superiori ai propellenti convenzionali come l’idrazina (o idruro di azoto), estremamente inquinante e tossica.
«Il nuovo sistema di propulsione è il successo di 10 anni di sviluppo» ha spiegato il vice presidente dei programmi spaziali di Aerojet Rocketdyne Julie Van Kleeck. «Il programma GPIM è progettato per aumentare la capacità di carico, estendere la durata delle missioni e offrire una maggiore manovrabilità» ha spiegato invece il vice presidente e general manager di Ball Aerospace Jim Oschmann. Il costo di sviluppo dell’intero programma è di circa 45 milioni di dollari.
Aerojet Rocketdyne è uno dei principali costruttori americani di motori per razzi americani. L’azienda produce gli SR-25, utilizzati già sullo Space Shuttle e che ora verranno riutilizzati sul nuovo razzo NASA Space Launch System (SLS). La Aerojet ha finora costruito anche gli AJ-26, i motori derivati dai propulsori sovietici NK-33 che hanno causato la distruzione del razzo Antares dell’Orbital ATK nell’ottobre scorso.