A Spinoff a Day – Un’app facilita la condivisione dei dati sulla qualità dell’acqua nel mondo
Sulla Stazione Spaziale Internazionale un sistema di purificazione dell’acqua trasforma i liquidi corporei e l’umidità in acqua potabile, un bene prezioso solamente se rimane incontaminato. Tra gli anni 1990 – 2000 gli astronauti avevano accesso solamente ad una tecnologia che permetteva di verificare il numero di batteri eventualmente presenti nell’acqua, ma non i tipi. I campioni prelevati venivano quindi inviati a Terra dove potevano essere compiuti test più accurati. Purtroppo, però, a causa del disastro dello shuttle Columbia, dal 2003 i viaggi da e per la Stazione Spaziale erano stati temporaneamente ridotti, e con essi le possibililtà di portare a terra i campioni d’acqua per la verifica. Il rilevamento dell’eventuale presenza di batteri è sempre stato di primaria importanza per la salute degli astronauti, perciò era giunto il momento di trovare un sistema da far gestire in loco e in autonomia.
Il kit per il test in laboratorio a terra si componeva di contenitori piuttosto grandi e di un incubatore per portare i campioni a temperatura corporea per 24 ore, attrezzatura troppo ingombrante che non poteva essere mandata sulla Stazione Spaziale. La soluzione fu progettata dal Johnson Microbiology Lab, che riuscì a trovare un modo di bypassare l’utilizzo dell’incubatore lasciando i campioni a temperatura ambiente per circa 44 ore.
Nel 2007 John Feighery, che all’epoca era l’ingegnere ambientale al Johnson Space Center incaricato di supervisionare l’hardware per il monitoraggio di acqua ed aria sulla ISS, partecipò ad una spedizione in Bangladesh per testare alcuni pozzi, scavati a mano in acque poco profonde, e verificare l’eventuale contaminazione delle acque. Come per la Stazione Spaziale, anche in quel caso l’attrezzatura necessaria era scomoda da spostare, e necessitava di personale esperto per essere utilizzata, risorsa che non era disponibile. Si doveva dunque dare la possibilità agli abitanti di poter effettuare da soli i test ed interpretarne i risultati, ed ecco che il nuovo metodo utilizzato sulla ISS trovava una sua applicazione anche sulla Terra.
Ma uno dei problemi più ostici consisteva nel fornire un’immediato accesso ai risultati e alla loro interpretazione. Fu partecipando al World Bank’s Water Hackathon che Feighery concepì la soluzione. Questo evento riunisce sviluppatori di software da tutto il mondo e li pone in competizione fra loro sfidandoli in una maratona su un tema comune: divulgare maggior consapevolezza sulla disponibilità d’acqua del pianeta. Un’occasione che cadeva a pennello per Feighery, il quale riuscì a catturare l’attenzione di alcuni sviluppatori (tra cui Clayton Grassick) e dare vita, nell’Agosto 2012, all’applicazione per smartphone Android mWater.
L’applicazione può essere utilizzata per aiutare le famiglie nelle aree rurali a scegliere i test più adatti per l’analisi dell’acqua, che spaziano dal rilevamento di Escherichia coli all’arsenico, fluoruri o nitrati. Vengono forniti i kit per i test iniziali e gli smartphone. L’utilizzo dell’applicazione su larga scala può essere integrato con altre tecnologie di monitoraggio idrico, allo scopo di raccogliere più dati possibili sulla salute dell’acqua mondiale e combattere in modo mirato le malattie da essa derivate.
Per approfondire:
Spinoff nel dettaglio [ENG]
Applicazione per Android mWater [ENG]
Sito di mWater [ENG]
Sito del World Bank’s Water Hackathon [ENG]
I sistemi di depurazione sulla ISS hanno portato benefici sulla Terra
Water on The Space Station [ENG]
Presentazione completa powerpoint originale in inglese, traduzione italiana a cura di Veronica Remondini.
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