L’ESA sceglie Airbus per andare su Giove con la sonda JUICE (che parlerà comunque un discreto italiano)
L’Agenzia spaziale europea (ESA) ha selezionato Airbus Defence & Space (ADS) come prime contractor per la costruzione della sonda Jupiter Icy Moon Explorer (JUICE), che sarà lanciata nel 2022 a bordo di un razzo Ariane 5. Lo rende noto l’Esa con un comunicato.
La sonda JUICE arriverà nei pressi del sistema di Giove nel 2030 ed esplorerà le sue lune – Ganimede, Callisto ed Europa – nei tre anni successivi.
Il contratto tra l’ESA e ADS vale circa 350 milioni di euro e sarà firmato entro settembre dopo aver risolto alcune questioni procedurali. La sonda Juice verrà costruita negli stabilimenti Airbus di Tolosa, in Francia. L’accordo non comprende il lancio, che sarà negoziato separatamente con Arianespace.
La proposta di ADS ha battuto quella congiunta del gruppo franco-italiano ThalesAlenia Space (TAS) e della tedesca OHB.
Tuttavia è bene ricordare che le missioni scientifiche dell’ESA sono finanziate obbligatoriamente dai 22 stati membri in maniera proporzionale rispetto al prodotto interno lordo nazionale, pertanto la Francia, la Germania, l’Italia e la Gran Bretagna sono, in quest’ordine, i principali finanziatori dell’agenzia.
Inoltre l’ESA si basa sul principio del “giusto ritorno geografico”, cioè la quota che ogni nazione versa in una missione, deve ritornare indietro come finanziamento nel sistema industriale della nazione stessa.
Mentre l’Airbus è fortemente radicata in Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna, ThalesAlenia Space e OHB sono concentrate soprattutto in Francia, Italia e Germania.
Ciò nonostante in JUICE ci sarà comunque molta Italia. Dei 10 strumenti scientifici che saranno integrati nella sonda, ben 3 verranno progettati dalle università italiane e finanziati dall’ASI, mentre un quarto vedrà la partecipazione italiana ad un progetto francese.
Il sistema Janus (acronimo di Jovis, Amorum ac Natorum Undique Scrutator) osserverà le tre lune ghiacciate di Giove – realizzando anche una mappa completa di Ganimede – e sarà sviluppato da un team internazionale guidato da Pasquale Palumbo dell’Università Parthenope di Napoli.
Il radar Rime (Radar for Icy Moon Exploration) è stato invece sviluppato da un gruppo di ricerca coordinato da Lorenzo Bruzzone, del dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione (Disi) dell’Università di Trento. Rime è pensato per guardare fino a 9 chilometri sotto la coltre di ghiaccio che circonda la superficie dei tre satelliti gioviani e per comprendere se lì sotto si nascondono oceani d’acqua.
L’esperimento di Radio Scienza 3GM è guidato dal Luciano Iess dell’Università “La Sapienza” di Roma e misurerà il campo magnetico di Ganimede. L’Università “La Sapienza” di Roma collabora anche con l’Istituto di d’Astrofisica Spaziale francese per lo sviluppo di Majis, (Moons And Jupiter Imaging Spectrometer), uno spettrometro che ci darà informazioni sulle nubi di Giove e sulla composizione del ghiaccio delle tre lune.
Per arrivare su Giove, la sonda sfrutterà prima la spinta gravitazionale di Venere e della Terra, e poi, una volta giunta nei pressi del gigante gassoso, riuscirà a districarsi tra le lune ed il pianeta grazie all’assistenza gravitazionale offerta dalle stesse Europa, Ganimede e Callisto.
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