ULA ed il futuro propulsore del Vulcan
Il Presidente e capo esecutivo di ULA Tory Bruno, testimoniando di fronte ad una commissione militare lo scorso 27 giugno, ha rivelato che lo sviluppo del propulsore BE-4 di Blue Origin è attualmente 16 mesi in anticipo rispetto al competitore AR1 di Aerojet Rocketdyne.
Dopo la presentazione del vettore di nuova generazione Vulcan dello scorso aprile, ULA sta mantenendo aperte due possibilità sulla fornitura dei propulsori per il primo stadio, monitorando le fasi dello sviluppo da parte delle due aziende concorrenti.
Bruno ha comunque voluto sottolineare che la differenza di sviluppo è da attribuirsi al fatto che Blue Origin aveva già indipendentemente avviato la progettazione del proprio motore a spese proprie, mentre quello dell’AR1 è legato a finaziamenti governativi.
Nonostante ULA abbia più volte espresso una certa preferenza verso Blue Origin, la decisione finale su quale sarà il propulsore del primo stadio del vettore Vulcan, verrà presa non prima della fine del prossimo anno.
Sia Blue Origin che Aerojet Rocketdyne hanno confermato che i loro propulsori saranno pronti per il banco di prova entro il 2017 e quindi certificati al volo sul Vulcan per il 2019.
Bruno ha comunque voluto chiarire alla commissione che il Vulcan sarà pronto per i voli commerciali entro il 2019, ma la sua certificazione per i lanci militari e per il DOD non potrà avvenire prima del 2021.
Dopo la crisi russo-ucraina dello scorso anno il Congresso statunitense ha imposto la sostituzione, entro il 2019, degli attuali propulsori russi RD-180, utilizzati per i vettori Atlas 5, con motori statunitensi.
Ricordiamo che tale razzo è comunemente utilizzato per la maggior parte dei lanci concernenti il ministero della difesa ed i militari.
L’AR1 di Aerojet Rocketdyne, essendo alimentato a kerosene/LOX rimane comunque l’unico possibile sostituto degli RD-180, in quanto il BE-4 utilizza come carburante il metano liquido e quindi non è utilizzabile sugli Atlas 5.
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