I primi due motori RD-181 destinati al vettore Antares si trovano nelle ultime fasi di collaudo in Russia, e dovrebbero essere spediti negli USA in luglio in vista di un impiego nel marzo 2016.
Orbital ATK ha acquistato almeno 20 motori di questo tipo da NPO Energomash, per sostituire i vetusti AJ26 costruiti nell’allora Unione Sovietica negli anni settanta del secolo scorso ed esportati negli Stati Uniti negli anni novanta.
Un malfunzionamento ad una di queste unità è stata la causa dell’esplosione avvenuta lo scorso ottobre che ha distrutto la capsula di rifornimento Cygnus diretta verso l’ISS e danneggiato la rampa di lancio di Wallops Island. I lavori di riparazione sono a buon punto, ed anche gli interventi sui primi stadi dei vettori costruiti in Ucraina, necessari per accogliere i nuovi motori, procedono secondo i tempi previsti.
Il contratto siglato da Orbital con NASA prevede 8 lanci di rifornimento entro il 2017, per un totale di 20 tonnellate e 2 miliardi di dollari di compenso. La missione fallita in ottobre era la terza di questa serie di otto. Per il prossimo lancio è già stato riservato un Atlas 5 di ULA; questo razzo, più performante dell’Antares di prima generazione, potrebbe consentire di onorare l’accordo con sette lanci in totale, così come la nuova versione di Antares con gli RD-181. NASA ha comunque annunciato ad inizio anno di aver assegnato ad Orbital ATK una ulteriore missione di rifornimento, riportando il manifesto ad otto lanci.
Dal punto di vista economico, la fusione tra Orbital Sciences e la divisione difesa/aerospazio di ATK ha già generato una riduzione dei costi di 60 milioni di dollari quest’anno, con la prospettiva di arrivare almeno a 100 milioni di risparmi l’anno venturo. I dirigenti della compagnia prevedono di impiegare metà dei risparmi per abbattere i prezzi alla loro clientela, mentre l’altra metà andrebbe agli azionisti. Sono più di 900 i posti di lavoro tagliati da Orbital ATK da quando è stata annunciata la fusione, ed anche gli spazi occupati dall’azienda si ridurranno di quasi 50mila metri quadrati entro la metà del 2016.