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La scopa spaziale di ESA

Una prima raffigurazione della missione e.Deorbit (ESA)

Alla riunione ministeriale dell’ESA del prossimo anno verrà proposta una missione per la rimozione di un satellite non più operativo dall’orbita. L’iniziativa ha origine dal programma Clean Space, ed è denominata e.Deorbit. Obiettivo della missione sarà la cattura di un oggetto ESA inerte per poi distruggerlo (insieme al veicolo “scopa”) con un rientro atmosferico controllato. Dopo questa missione iniziale sperimentale, altre potrebbero seguire, con una cadenza di svariati lanci l’anno e con l’obiettivo di preservare la sicurezza dell’orbita bassa.
Al momento e.Deorbit ha concluso la cosiddetta “Fase A” del progetto, ovvero l’analisi preliminare iniziata a gennaio dello scorso anno. Ora ci si appresta ad affrontare la fase B1: se dovesse arrivare l’ok da parte della Ministeriale del dicembre 2016, si potrebbe procedere con la costruzione del veicolo di cattura per un lancio nel 2021.
Al momento si ipotizza di impiegare allo scopo lo stadio superiore del razzo italiano Vega. In un primo tempo era stato previsto di “arpionare” il satellite bersaglio, ma l’approccio è stato ritenuto troppo impegnativo, ed è stato deciso di ripiegare su sistemi più convenzionali quali bracci robotici o reti. Stranamente, era stata anche presa in considerazione l’ipotesi di allontanare il detrito spaziale spingendolo su un’orbita più alta e meno trafficata, ma anche questa soluzione è stata scartata in favore della distruzione atmosferica controllata.
La definizione delle specifiche tecniche della missione e.Deorbit dovrà interessare numerosi aspetti, il più importante dei quali è la sicurezza: l’eventualità di danni a terra dovrà essere inferiore ad un caso su diecimila.
Tra maggio e giugno del 2016 e.Deorbit passerà la revisione dei requisiti di sistema.

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