«Il lancio dei primi due satelliti della nuova generazione Iridium è previsto per ottobre ma potrebbe slittare di qualche settimana. In ogni modo, l’azienda è pronta a mandare in orbita l’intera costellazione di 72 Iridiun Next entro la fine del 2017».
Con queste parole il CEO di Iridium Matt Desch ha tranquillizzato i suoi azionisti in un incontro tenutosi oggi a Londra. Desch ha anche spiegato che il «primo degli otto lanci previsti sarà effettuato con il razzo russo-ucraino Dnper». Gli altri sette lanci, invece, verranno effettuati con il Falcon 9, il razzo di proprietà dell’azienda americana Space X, tra l’inizio del 2016 e la fine del 2017. I Falcon 9 partiranno dalla base Vandenberg, in California, e posizioneranno i satelliti in orbita LEO a circa 780 chilometri d’altezza.
«Quando sei anni fa abbiamo selezionato Space X per portare i nostri satelliti in orbita – ha detto ancora Desch – si è trattato probabilmente di una scelta rischiosa. Ora quel rischio è scomparso, anzi, devo dire che il lancio è la cosa che mi preoccupa di meno». La messa in orbita dei satelliti con il Falcon 9 di Space X è costata a Iridium 492 milioni di dollari, circa la metà di quanto richiesto da altre compagnie.
Desch ha inoltre spiegato che Iridium «ha concordato con Space X un lancio extra gratuito in caso di problemi. E’ la nostra assicurazione insieme al fatto di aver costruito più satelliti».
Difatti, l’azienda di comunicazione ha commissionato la costruzione di 81 satelliti ma solo 72 ne saranno effettivamente lanciati. Gli altri 9 saranno di backup, e verranno mandati in orbita solamente in caso di problemi durante le fasi di lancio. Tra i 72 in orbita, invece, 6 serviranno da riserva e verranno resi operativi nell’eventualità di malfunzionamenti al resto della costellazione.
La nuova generazione di satelliti Iridium è assemblata da un consorzio d’imprese di cui ThalesAlenia Space è prime contractor. Nello specifico, TAS si è occupata della progettazione e della costruzione dei satelliti, curando anche l’integrazione dei sistemi costruiti dalle altre aziende del consorzio; Cobham SATCOM, Rockwell Collins, L-3 e ICG, si sono occupate dei sistemi di trasmissione e delle antenne. Il totale del costo del contratto è pari a 2,1 miliardi di dollari.
Con la nuova costellazione di satelliti, Iridium punta a contrastare i suoi principali concorrenti: Globestar e Viasat. Una volta completato, il nuovo sistema satellitare permetterà all’azienda americana di lanciare sul mercato della telefonia satellitare connessioni a velocità di oltre 1 Mbps sui sistemi mobili e di 8 Mbps su quelli fissi.