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Conclusa l’indagine sulla Progress M-27M e nuovo lancio del Sojuz 2-1A.

La Progress M-27M chiusa nel fairing ed accoppiata al terzo stadio (credit RKK Energia)

Con un comunicato ufficiale, ma senza entrare nei dettagli, l’agenzia spaziale russa ha reso noti i risultati dell’indagine governativa riguardante la perdita della capsula cargo avvenuta lo scorso aprile.

Come riportato tempestivamente dalla nostra testata, il 28 aprile 2015 la Progress M-27M, destinata ad attraccare alla Stazione Spaziale Internazionale con 1400 kg di rifornimenti, dopo un lancio apparentemente nominale ha cominciato a ruotare su se stessa in maniera incontrollata. I vani tentativi di rimetterla in assetto sono proseguiti fino al giorno successivo dopodiche la missione è stata dichiarata ufficialmente persa. Seguendo una traiettoria di rientro automatica la capsula si è quindi disintegrata nell’atmosfera, sopra la Terra del Fuoco, il successivo 8 maggio.

Pochi giorni dopo il rientro una speciale commissione d’inchiesta governativa, nominata per chiarire le cause dell’incidente, ha rilevato delle anomalie negli ultimi istanti del volo propulso, appena prima della separazione della capsula con il terzo stadio del vettore Sojuz 2-1A.
In attesa di comunicati ufficiali non sono certo mancate le ipotesi da parte di ufficiali delle varie imprese statali che costruiscono il vettore e la capsula, in parte accusandosi di vari malfunzionamenti, tra cui l’esplosione del terzo stadio o dei suoi serbatoi, un difetto di saldatura o al computer della Progress.

Lo scorso 1 giugno quindi Roscosmos ha rilasciato il seguente comunicato intitolato “Determinate le cause del fallimento” in cui si dice che, dopo attente analisi e ricostruzione degli avvenimenti, la commissione d’inchiesta è giunta alla seguente conclusione:
“Il danno alla navicella, durante l’anormale separazione dal terzo stadio del vettore Sojuz 2-1A, è risultato da una particolare proprietà dell’uso combinato della Progress con il vettore stesso, legata a caratteristiche dinamiche e di frequenza di vibrazione.
Questa particolarità non era stata completamente tenuta in considerazione al momento della progettazione e sviluppo del complesso navicella-terzo stadio.
Per questo motivo non sono state individuate limitazioni all’utilizzo del Sojuz 2-1A con altri carichi differenti dalle Progress.”

Il lancio del Kobalt-M (credit Ministero Difesa russo)

Prendendo alla lettera proprio quest’ultima frase del comunicato, il 5 giugno è stato quindi repentinamente lanciato dal cosmodromo di Plesetsk un vettore Sojuz 2-1A con a bordo un satellite spia Kosmos-2505 della serie Kobalt-M, posto su un orbita di 179 per 298 Km, inclinata di 81,4° sull’equatore.

Il lancio ha colto di sorpresa gli analisti occidentali sia per l’utilizzo dello stesso vettore che ha fallito la messa in orbita della Progress, sia per il fatto che la serie Kobalt-M era stata ufficialmente conclusa con il lancio del Kosmos-2495, nel maggio dello scorso anno durante la crisi con l’Ucraina.

Il Kobalt-M n°5 del 2009 (credit, mapgroup.com.ua)

I Kobalt-M, di diretta derivazione dai satelliti spia Yantar degli anni ’80, sono sviluppati dalla TsSKB Progress di Samara e costruiti dallo OAO Arsenal di San Pietroburgo. Essendo di natura puramente militare le informazioni a rigurado sono davvero esigue ma è noto che la sua principale attività è l’acquisizione di immagini su pellicole fotografiche ad alta risoluzione che vengono riportate a Terra da una capsula di rientro.

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