Il programma di sostegno di sorveglianza dello spazio e di tracciamento (SST) avrà da oggi una strategia condivisa tra cinque paesi europei: Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito, rappresentate dai capi delle rispettive agenzie spaziali nazionali, hanno deciso di formare un consorzio firmando un accordo in risposta alla decisione n. 541/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione Europea del 16 aprile 2014.
L’obiettivo generale di tale iniziativa è di contribuire ad assicurare la disponibilità a lungo termine delle infrastrutture, dei mezzi e dei servizi spaziali che sono essenziali per la sicurezza dell’economia, della società e dei cittadini in Europa.
Il Consorzio stabilirà in Europa, attraverso lo sfruttamento delle infrastrutture e sensori nazionali già esistenti, un servizio per monitorare e tracciare gli oggetti e i detriti spaziali, per supportare e aiutare gli operatori dei veicoli spaziali e gli utenti istituzionali che forniscono servizi per la previsione e il monitoraggio di collisioni con detriti e oggetti spaziali, di frammentazioni di oggetti spaziali e del loro rientro incontrollato nell’atmosfera terrestre. A valle dell’informazione fornita dagli Stati Uniti, tale servizio fornirà maggiore autonomia all’Europa in questo tema importante.
Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Jean-Yves Le Gall, Presidente del CNES (agenzia spaziale francese), Gerd Gruppe, membro del board esecutivo della DLR (agenzia spaziale tedesca), Francisco Marìn, direttore generale del CDTI (centro spagnolo per lo sviluppo tecnologico industriale), David Parker, amministratore delegato di UKSA (agenzia spaziale britannica), dopo aver ricevuto l’approvazione formale da parte della Commissione Europea, hanno firmato nei giorni scorsi l’accordo di consorzio per il programma di supporto SST.
Le azioni identificate volte a raggiungere gli obiettivi sono:
– la creazione e la gestione di una funzione di rilevamento consistente in una rete di sensori terrestri e/o spaziali per sorvegliare e localizzare gli oggetti spaziali e per realizzare una relativa banca dati
– la creazione e la gestione di una funzione di elaborazione per elaborare e analizzare i dati SST a livello nazionale per distribuire i servizi SST come: a) la valutazione del rischio di collisione tra oggetti spaziali b) distribuzione di allarmi anticollisione, c) identificazione dei veicoli spaziali durante le fasi di lancio, di prima messa in orbita, di frammentazioni, rotture o collisioni in orbita; c) la valutazione del rischio del rientro incontrollato, compresa la previsione del periodo e del probabile luogo del possibile impatto.
I cinque Stati membri dell’Unione Europea coopereranno con il Centro satellitare dell’Unione Europea (SATCEN), stabilito dall’azione comune del Consiglio dell’Unione Europea, per implementare le azioni previste per la fornitura dei servizi SST. All’interno di ciascuno Stato membro, le agenzie spaziali nazionali collaboreranno da vicino con i rispettivi Ministeri della Difesa, avendo entrambi forti interessi nella conoscenza e nel monitoraggio dell’ambiente spaziale.
La Commissione Europea prevede finanziamenti nel 2015-2020 per i servizi SST, aggiornando le infrastrutture e i sensori europei già esistenti tanto quanto lo sviluppo di nuovi assetti.