Nel giugno dello scorso anno le aziende Airbus Defense and Space (il maggiore appaltatore di Arianespace) e Safran (il maggiore costruttore di motori per il programma del razzo Ariane) hanno annunciato la formazione di una joint venture per dar vita ad una nuova società, la Airbus Safran Launchers. Operativa dal gennaio di quest’anno, la nuova società ha automaticamente acquisito il 39% di Arianespace (sommando le quote appartenenti alle due aziende della joint venture), ma la sua quota è destinata a salire ulteriormente in quanto lo scorso 10 giugno il primo ministro francese Manuel Valls ha dichiarato che il governo venderà ad Airbus Safran Launchers la propria quota di Arianespace, che è pari al 35%. L’importo economico verrà stabilito dopo alcune consultazioni fra il governo francese e gli altri partner europei ma sarà con tutta probabilità compreso fra i 100 e i 200 milioni di euro.
In questo modo, entro il prossimo ottobre (data ultima stabilita per la cessione) il 74% di Arianespace apparterrà ad Airbus Safran Launchers, con il restante 26% che rimarrà distribuito fra gli attuali subfornitori provenienti da Francia, Germania, Belgio, Italia, Spagna, Svizzera, Svezia, Olanda, Norvegia e Danimarca. La decisione del governo francese rappresenta un brutto colpo per CNES (Centre National d’Etudes Spatiales), l’agenzia spaziale del paese d’oltralpe, che di fatto gestiva il 35% della quota governativa in Arianespace e alla quale rimarrà ora solo la responsabilità degli impianti presso la base di lancio di Kourou, nella Guiana Francese.
L’obiettivo che ha portato alla nascita di Airbus Safran Launchers è quello di ridurre i costi aumentando l’efficienza nel processo di fornitura dei componenti per il razzo Ariane ed accentuando l’unificazione in una singola organizzazione degli attuali fornitori, impianti di produzione, gestori delle operazioni e delle vendite. Questa “rivoluzione” si è resa necessaria per mantenere il lanciatore europeo competitivo sul mercato internazionale, rendendo Arianespace molto più simile a compagnie come le americane SpaceX (costruttrice del razzo Falcon 9) e ULA (razzi Atlas 5 e Delta IV), la russa Khrunichev (Proton, Rockot e Angara) e la giapponese Mitsubishi Heavy Industries (H-II) le quali hanno la supervisione dal processo di produzione fino alla rampa di lancio.
Con il nuovo assetto, Airbus Safran Launchers sarà responsabile della costruzione dell’attuale Ariane 5 e della sua consegna ad Arianespace presso il sito di lancio di Kourou. Arianespace, in qualità di operatore del razzo e la cui sede verrà mantenuta a Évry (a 30 km da Parigi), sarà invece responsabile dell’integrazione fra il razzo ed il carico da lanciare nonché del lancio stesso.
Airbus Safran Launchers sovraintenderà inoltre lo sviluppo (che avrà un costo di 3,2 miliardi di euro) di Ariane 6, il nuovo razzo che debutterà nel 2020 e che nel corso del prossimo decennio andrà a sostituire l’attuale Ariane 5. Airbus Safran Launchers contribuirà al programma con 400 milioni di euro mentre il resto arriverà da ESA (l’agenzia spaziale europea), dai ministri europei della difesa e da EUMETSAT (l’organizzazione che gestisce la rete europea dei satelliti meteorologici). Il nuovo Ariane 6 sarà quindi progettato da industrie del settore privato (una prima assoluta per il programma spaziale europeo) e finanziato tramite una partnership pubblico-privata. Oltre a partecipare ai costi di sviluppo, la cui firma dell’accordo economico è attesa per il mese prossimo, ESA si è anche impegnata ad acquistare cinque lanci all’anno, con Arianespace che punta ad ottenerne altri sette da clienti commerciali per poter raggiungere il target di 12 lanci all’anno per Ariane 6.
Ariane 6 sfrutterà tecnologie e componenti esistenti o già in fase di sviluppo, come il motore del primo stadio a idrogeno e ossigeno liquidi (criogenici) direttamente derivato dal Vulcain che già vola su Ariane 5. Per lo stadio superiore verrà utilizzato il motore Vinci, anch’esso alimentato con propellenti criogenici, che è già in fase di sviluppo.
Il nuovo razzo di Arianespace verrà proposto in due varianti, con due (Ariane 62) oppure quattro (Ariane 64) booster aggiuntivi a propellenti solidi anch’essi in fase di sviluppo. Si tratta di booster propulsi dal futuro motore P120 realizzato in Italia e che verranno utilizzati anche come primo stadio di una versione aggiornata del piccolo razzo Vega (completamente a propellenti solidi) utilizzato da Arianespace per portare in orbita piccoli carichi.
Ariane 64 potrà lanciare due satelliti alla volta similmente a quanto già fa Ariane 5. L’obiettivo di ESA e dei suoi partner industriali è quello di fissare in 91 milioni di euro (102 milioni di dollari) il costo di un lancio di Ariane 6. In questo modo il lancio di ogni satellite costerà circa 50 milioni di dollari rendendo Arianespace competitiva sul mercato mondiale. La versione 62 verrà invece utilizzata per portare in orbita carichi meno pesanti e satelliti dedicati all’osservazione terrestre.
Fonte: Spaceflight Now
In copertina: rappresentazione artistica dell’Ariane 64. Credit: ESA–D. Ducros, 2014