Virgin Galactic e l’incertezza sul propulsore per lo SpaceshipTwo
Il vice presidente Will Pomerantz ha recentemente dichiarato che ancora oggi, dopo 11 anni di sviluppo, la compagnia di Richard Branson non ha definitivamente scelto quale sarà il propulsore che permetterà allo spazioplano SpaceshipTwo di raggiungere i fatidici 100 km di quota in volo parabolico.
Esattamente un anno fa Virgin Galactic annunciava a sorpresa l’abbandono del propulsore ibrido a grani di gomma HTPB (hydroxyl-terminated polybutadiene) per passare ad uno al nylon, giustificando la scelta con la certezza di maggiori prestazioni e quindi di raggiungere in volo quote più alte.
Ora, per voce dello stesso Pomerantz, viene alla luce il fatto che in questo anno il vecchio propulsore non era stato definitivamente accantonato ed addirittura potrebbe ritornare ad equipaggiare lo SS2.
Nel 2008 il contratto per sviluppare il RocketMotorTwo venne assegnato a Sierra Nevada Corporation (SNC), che intanto aveva acquisito l’azienda SpaceDev già fornitrice del motore per i voli suborbitali dello SpaceshipOne del 2004.
Parallelamente però Scaled Composites, l’azienda costruttrice degli spazioplani e partner di Virgin Galactic, ha iniziato lo sviluppo un propulsore simile ma che utilizza grani di poliammide come carburante solido, un composto termoplastico simile al nylon, mentre il comburente rimane sempre l’ossido di azoto (N2O).
Lo SS2 è stato quindi progettato e costrutito per poter utilizzare entrambi i propulsori che sono stati ampiamente testati con prove di accensione a terra.
Il debutto in volo per il RM2 di SNC è avvenuto nell’aprile del 2013 quando il VSS Enterprise, rilasciato dall’aereo madre WhiteKinghtTwo, con una breve accensione di 16 secondi raggiunse i 17 km di quota ed una velocità di Mach 1,2.
Il 24 maggio del 2014, dopo altri 2 flight test, VG decise di abbandonare l’utilizzo del propulsore di SNC e continuare i test di volo con quello prodotto in casa, ma nessun test venne effettuato nei 5 mesi successivi.
Il debutto, con soli 12 secondi di volo propulso, avvenne il 31 ottobre scorso nello sfortunato test in cui il VSS Enterprise andò completamente distrutto ed in cui perse la vita il co-pilota Michael Alsbury.
Inizialmente la causa dell’incidente venne proprio imputata al nuovo propulsore, ma già dopo pochi giorni l’inchiesta portò l’attenzione sul dispositivo di sblocco delle ali dell’aereo che, erroneamente attivato, ha portato al posizionamento verticale delle stesse durante l’inizio della fase propulsiva con conseguenti fatali stress strutturali.
La scelta di ritornare al propulsore di SNC potrebbe essere una conseguenza del peggioramento dei rapporti di Virgin con Scaled Composites.
Già dal gennaio di quest’anno, dopo alcune accuse incrociate in seguito all’incidente di ottobre, Scaled ha cessato ogni partecipazione nella costruzione del secondo esemplare di SS2, il VSS Voyager.
Fonte: Parabolic Arc
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