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L’esercito americano teme sempre di più l’attività spaziale cinese e russa

Gli Stati Uniti seguono con attenzione l’attività spaziale di Cina e Russia che nel corso degli ultimi due anni hanno inviato in orbita numerosi oggetti che Washington definisce «potenzialmente pericolosi».

La recente attività spaziale russa e cinese è vista con sempre maggior sospetto dai vertici dell’esercito americano. Difatti, secondo le alte sfere militari statunitensi, negli ultimi due anni russi e cinesi hanno lanciato in orbita diversi oggetti «potenzialmente pericolosi» che possono «mettere a rischio, in un futuro poco lontano, le attività spaziali americane».

E’ questo il quadro illustrato ieri al 31° Space Symposium di Colorado Spring dal Generale John Raymond, comandante in capo della sezione spazio dell’Air Force americana.

Raymond ha specificato come, nel luglio scorso, cinesi abbiano lanciato un «missile anti-satellite che potenzialmente può compromettere gli oggetti posizionati in orbita bassa».

La Russia, invece, ha continuato Raymond, «lo scorso maggio ha lanciato un satellite che stiamo monitorando con attenzione». Si tratta dell’oggetto denominato 2014-28E, messo in orbita insieme a tre satelliti militari per le telecomunicazioni.

Nel dicembre scorso, in un articolo sul sito d’informazione spaziale americano “SpaceNews”, il professore di sicurezza nazionale presso il Naval War College di Newport Joan Johnson-Freese e l’esperto di politiche spaziali Michael Listner, avevano ipotizzato che 2014-28E potesse essere un’arma anti-satellite russa. Secondo i due, le «intricate» manovre orbitali dell’oggetto sono compatibili con quelle delle armi anti-satellite testate dai russi durante la guerra fredda.

Sempre in tema di sicurezza delle attività spaziali americane, il Generale Raymond ha aggiunto che lo spazio orbitale sta diventando sempre più congestionato, soprattutto a causa del boom dei cubesat, mini satelliti con un volume di un decimetro cubico e massimo 1,33 kilogrammi di peso. «Solo lo scorso anno – ha specificato il Generale – dei 229 satelliti messi in orbita, ben 158 erano cubesat”.

«Un singolo lancio può mettere in orbita anche 30 cubesat – ha concluso Raymond – e questo rende il nostro lavoro di controllo più complesso, poiché i cubesat sono più difficili da tracciare per via delle loro dimensioni».

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