Site icon AstronautiNEWS

L+149: Capire come ingannare le ossa per migliorarne l’efficienza

Samantha Cristoforetti lavora all'esperimento Osteo-4 in una scatola a guanti. Credit: ESA/NASA

Samantha Cristoforetti lavora all'esperimento Osteo-4 in una scatola a guanti. Credit: ESA/NASA

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 22/04/2015):

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorno di missione da 149 (21 aprile 2015)—Ieri un’altra giornata di scienza qui nell’avamposto dell’umanità nello spazio!

Innanzitutto, sarete lieti di sapere che i BRIC di cui vi ho parlato nell’ultima nota del diario si stanno felicemente raffreddando a -98° Celsius in uno dei nostri congelatori MELFI: dopo che ho attivato l’esperimento lunedì, le colture batteriche sono rimaste a temperatura ambiente per circa 24 ore e poi è arrivato il momento di conservarle al freddo, dove staranno fino a quando potranno essere riportate sulla Terra.

Ieri ho anche eseguito la terza e ultima sessione dell’esperimento Osteo-4, arrivato con Dragon la settimana scorsa. È un gruppo di tre vassoi, ciascuno dei quali comprende tre bioreattori con una coltura di cellule ossee di topo. L’obiettivo è studiare il meccanismo di meccano-trasduzione, che sostanzialmente significa che il tessuto osseo “percepisce” le forze meccaniche e risponde con un particolare comportamento. Questo è probabilmente il motivo per cui perdiamo massa nello spazio: in assenza di peso non c’è molto carico sul nostro scheletro, quindi la risposta del corpo è di ridurre la massa ossea. Se solo potessimo convincere il nostro corpo che torneremo sulla Terra entro pochi mesi e tutta quella massa ossea tornerà utile! Per cercare di mandare quel messaggio sottoponiamo le ossa a una sollecitazione meccanica allenandoci ogni giorno su una macchina, ARED, che simula il sollevamento pesi.

Con l’esperimento Osteo-4 nella scatola a guanti. Credit: ESA/NASA

A ogni modo, tornando al nostro esperimento, il punto è studiare l’espressione genica negli osteociti in microgravità: questo perché gli osteociti, che sono le cellule più comuni nelle nostre ossa, sono i sensori meccanici dell’osso; sono responsabili di percepire i carichi meccanici e indurre le opportune risposte biologiche. Come funzioni questo meccanismo, tuttavia, è ancora un po’ un mistero. Qui entra in gioco Osteo-4!

Quanto al mio contributo, il mio lavoro è consistivo nel rimuovere i bioreattori dai vassoi su cui sono installati, riconfigurare i condotti per chiudere tutti i circuiti e poi conservare al freddo i bioreattori. Ciò che lo ha reso più scomodo di quanto potrebbe essere è che, come potete vedere nella foto, ho dovuto lavorare nella scatola a guanti usa e getta… la mia vecchia amica dell’esperimento sui moscerini della frutta, ricordate?

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.

  Questo articolo è © 2006-2024 dell'Associazione ISAA, ove non diversamente indicato. Vedi le condizioni di licenza. La nostra licenza non si applica agli eventuali contenuti di terze parti presenti in questo articolo, che rimangono soggetti alle condizioni del rispettivo detentore dei diritti.

Commenti

Discutiamone su ForumAstronautico.it
Exit mobile version