Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 19/04/2015):
Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorni di missione da 145 a 147 (17–19 aprile 2015)—Beh, la grande notizia degli ultimi giorni è naturalmente che è arrivato Dragon! È sempre molto particolare guardare un veicolo avvicinarsi alla Stazione.
Per quanto sia grande la ISS, questo avamposto umano nello spazio è solo un minuscolo granello di metallo nella vastità dell’Orbita Terrestre Bassa: eppure venerdì mattina, mentre Terry e io monitoravamo dalla Cupola, una nave cargo dalla Terra ci ha trovati ed è venuta a bussarci alla porta.
Mi è piaciuto guardare Dragon diventare sempre più grande, mentre i continenti e gli oceani passavano al di sotto, ma ho anche cercato coscientemente di mantenermi distaccata dal romanticismo di tutto questo per rimanere concentrata sul compito principale che mi attendeva: manovrare il braccio robotico per catturare Dragon.
È qualcosa che ho provato centinaia di volte nel simulatore, principalmente con il veicolo virtuale in movimento davanti a noi molto più di quanto faccia un Dragon reale, ma farlo davvero è naturalmente piuttosto diverso: diciamo che è una di quelle situazioni in cui non ci vuole molto per diventare molto famosi per le ragioni completamente sbagliate!
Fortunatamente tutto è andato bene e, dopo la cattura, il team di terra ha assunto il controllo del braccio per ormeggiare lentamente Dragon alla posizione nadir del Nodo 2—ora è sostanzialmente una stanza in più proprio all’esterno dei nostri alloggi per l’equipaggio. Venerdì ho eseguito il controllo di tenuta del vestibolo. Come potreste ricordare, il vestibolo è quello spazio fra il veicolo ormeggiato e la ISS, un piccolo corridoio che si forma quando i due ambienti vengono uniti. Prima di aprire il portello della ISS dobbiamo assicurarci che il vestibolo non abbia una perdita, quindi pressurizziamo un po’, a circa 260 mmHg, e poi verifichiamo ancora la pressione dopo un certo intervallo di tempo. Il vestibolo ha superato il controllo di tenuta, poi Scott e io abbiamo aperto il portello della ISS e lavorato un paio d’ore a preparare il vestibolo, principalmente rimuovendo i componenti che non sono necessari mentre Dragon rimane ormeggiato e, trovandosi in mezzo, impediscono di… aprire il portello di Dragon!
Ieri mattina Scott e Terry hanno aperto il portello di Dragon e quello è stato l’inizio di un weekend di intenso lavoro, portando fuori il materiale urgente e iniziando le attività scientifiche, molte delle quali richiedono tempi molto stretti a causa del degrado dei campioni al passare del tempo.
Appena le grandi borse sono state tirate fuori dal volume centrale di Dragon, il mio compito è stato recuperare una nuova Kubik, la centrifuga-incubatrice autonoma di cui ho parlato nell’ultima nota del diario, e prepararla e configurarla a supportare due esperimenti di biologia cellulare, Cytospace e NATO, entrambi iniziati ieri pomeriggio e che continueranno autonomamente per alcuni giorni, quando arriverà il momento di estrarre i contenitori degli esperimenti dalla Kubik e metterli nel freezer, in attesa del ritorno a terra per l’analisi.
Cytospace, come suggerisce il nome, si occupa del citoscheletro cellulare, le strutture all’interno della cellula che le danno la forma. Come influisce la microgravità sulla forma della cellula? E, cosa più importante, come influenzano l’espressione genica i cambiamenti nella forma della cellula? Sembra un concetto complicato, ma alla fine significa semplicemente che la forma della cellula, che viene modificata dalla microgravità, influenza verosimilmente il modo in cui la cellula fa il suo lavoro. E siamo veramente interessati a capirlo meglio perché… beh, siamo fatti di cellule e ciò che accade nelle cellule determina cosa accade nei nostri corpi nel loro insieme. E viceversa, ciò che osserviamo in interi sistemi dei nostri corpi, per esempio in termini di perdita ossea o indebolimento del sistema immunitario, può essere spiegato dai cambiamenti al livello della cellula.
La prossima volta vi parlerò di NATO!
Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.