Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 05/04/2015):
Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorno di missione 133 (5 aprile 2015)—Una tranquilla domenica di Pasqua qui sulla ISS, non è segnato alcun lavoro nel mio programma, anche se ho fatto un po’ del lavoro nella “task list” [lista dei compiti—N.d.T.]. Oh, non credo di avervi mai parlato della task list, è ora di rimediare!
La task list è un repertorio di attività che sono state preparate da terra, ma che non hanno una priorità sufficientemente alta da essere inserite nella normale pianificazione. Se vogliamo fare un po’ di lavoro nel nostro tempo libero, o se si libera del tempo perché qualche attività può essere completata più velocemente di quanto previsto, o perché un’attività pianificata è stata interrotta, possiamo consultare la task list e trovare qualcosa di utile da fare.
Alcuni sono grossi compiti di diverse ore, altri piccole faccende, come sostituire le batterie o il rivestimento di un laptop, o riconfigurare le cose stivate in preparazione a un’attività imminente. Caricare e scaricare un veicolo cargo è spesso anche nella lista dei compiti, nel caso vogliamo portarci avanti nel nostro tempo libero.
E visto che imballare in ritardo non è davvero un’opzione, iniziamo sempre in anticipo: ben prima che arrivi un veicolo gli specialisti di stivaggio a terra mandano sù una lista di cose da raccogliere prima dell’imballaggio, così possiamo iniziare a preparare le borse da riportate. Nella foto potete vedere il cono all’estremità del Nodo 2 con tutte le borse che abbiamo già iniziato a riempire per Dragon. Confrontatelo con come appariva circa un mese fa per la foto di gruppo dell’equipaggio della Spedizione 42!
Registrare videomessaggi o video didattici per scopi di divulgazione è anche normalmente nella lista dei compiti, così come un paio di procedure elencate in permanenza: sostituire i contenitori dei rifiuti solidi e dell’urina nella nostra toilette spaziale. Dopo il primo paio di volte non vi serve davvero una procedura, ma un’attività ha anche una nota di stivaggio allegata, che in questo caso dice quali nuovi contenitori prendere, dove trovarli e dove conservare quelli rimossi.
Come sapete, si tiene traccia di ogni oggetto sulla Stazione Spaziale: attraverso il numero di codice, il codice a barre, il numero di serie… o tutti e tre!
Qualche volta alcune cose vanno comunque perse, sfortunatamente. Siamo tutti umani e dunque soggetti a commettere errori: se qualcosa finisce nel posto sbagliato (nel mondo reale o nel sistema di inventario), chissà quando verrà trovata! Inoltre, nel tempo si accumulano delle cose che avrebbero dovuto in realtà essere smaltite molto prima. Come nelle case della maggior parte della gente, non possiamo permetterci di accumulare cose non più necessarie, perché abbiamo bisogno di spazio per nuove attrezzature che servono per il programma scientifico.
Il laboratorio europeo Columbus, dopo essere rimasto in orbita per ormai 7 anni, le ha viste un po’ tutte. Quando sono arrivata a novembre c’erano diverse borse di stivaggio sulle pareti dei rack: così tanta scienza in corso, così poco spazio per conservare l’equipaggiamento! Fortunatamente ATV-5 e SpX-5 hanno portato via alcune borse non più usate e un po’ di ottimizzazione del volume disponibile nel cono all’estremità ha liberato un bel po’ la cabina.
Per ottimizzare ancora di più, nei week end sto facendo delle ispezioni fotografiche del nostro rack di stivaggio principale di Columbus, il rack 4 del Ponte. Il team di stivaggio a COL-CC, i COSMO, vuole avere una visione completa di cosa ci sia in quegli armadietti, in modo da elaborare un piano di consolidamento che auspicabilmente ci aiuterà a recuperare un po’ di spazio! Qundi sto scattando delle foto… con pazienza, armadietto per armadietto, borsa per borsa, oggetto per oggetto, mostrando per bene tutti i codici a barre e i numeri di serie.
E voi pensavate che essere astronauta fosse solo glamour e adrenalina, vero?
Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.