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I programmi di esplorazione robotica della Cina

Prototipo di rover marziano esposto al China International Industry Fair di Shanghai nel 2014. Credit: Xinhua.

Mentre il programma di esplorazione lunare prosegue imperterrito con una serie di missioni robotiche, lo stesso non si può dire per quello marziano che, a causa di ritardi governativi, deve ancora ricevere l’avvio ufficiale.

Il direttore generale del Centro Nazionale per le Scienze Spaziali dell’Accademia delle Scienze cinese, Wu Ji, partecipando ad un meeting a Washington la scorsa settimana, ha espresso chiaramente i suoi dubbi sulla possibilità di rispettare la data del 2020 per la prima missione robotica marziana cinese.

“Stiamo lavorando per arrivare pronti alla data proposta, ma ancora non abbiamo avuto l’approvazione ufficiale da parte del governo per procedere con la missione”. Aggiungendo poi che i ritardi sono probabilmente da attirbuire alle riforme in corso a livello gorvernativo e denunciando il fatto che attualmente non esiste nessuna carica ufficiale preposta ad avviare il programma.
“Abbiamo sviluppato in cooperazione con l’industria aerospaziale diversi studi preliminari per la missione ed il progetto prevede l’ormai classica architettura con un orbiter, un lander ed un rover”.
Wu Ji non ha però rivelato nessun dettaglio tecnico riguardante la sonda o gli obiettivi della missione.

In realtà questa non sarebbe la prima missione cinese verso Marte in quanto nel 2011 la sonda Yinghuo-1 venne lanciata come payload secondario della missione russa Phobos-Grunt, che però non riuscì mai a lasciare l’orbita terrestre a causa di un errore del software del sistema propulsivo.

Rappresetazione artistica della sonda Chang’e-5. Credit: CCTV

Wu Ji ha poi proseguito parlando del programma lunare e della prossima sonda Chang’e-5, prevista per il 2017/18 che, dopo essere atterrata sulla superfice del nostro satellite, riporterà sulla Terra 200 gr di campioni di suolo.
Alcuni elementi chiave della missione sono stati testati lo scorso ottobre con la missione Chang’e 5-T1, in cui per la prima volta una capsula automatica cinese ha circumnavigato la Luna per poi rientrare nell’atmosfera terrestre ad una velocità di 11 km/s ed atterrare indenne nella Mongolia Interna.

Dopo il successo di Chang’e-3 del dicembre 2013 con l’atterraggio del lander e rilascio del rover Yutu, che nonostante si sia immobilizzato dopo circa un mese è attualmente ancora attivo, era prevista una quarta missione identica che però è stata annullata e probabilmente avverrà più avanti con un programma avanzato, forse anche con atterraggio sul lato nascosto della Luna.

Il rover Cinese Yutu fotografato dal lander Chang’e 3. Credit: Xinhua

Come era già successo per le precedenti missioni, Wu Ji ha confermato l’intenzione di avere collaborazioni internazionali per Chang’e-4: “Se avete buone idee e provvederete a fornire gli strumenti scientifici, sarete i benvenuti a bordo della nostra missione”.

Oltre ai sopracitati programmi marziani e lunari, Wu Jin ha confermato che la Cina sta lavorando ad altri obiettivi scientifici spaziali.
Se approvata, nel 2019 inizierà la Magnetosphere-Ionosphere-Thermosphere Coupling Exploration Mission, con una serie di satelliti che studieranno l’interazione dell’alta atmosfera con le tempeste magnetiche.
Un’altro progetto, chiamato Solar Probe Orbit Telescope (SPORT) prevede l’inserimento in un’orbita ellittica polare intorno al Sole di una sonda per lo studio delle eruzioni solari, magnetismo ed il vento solare.

Fonte: SpaceNews

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