La sonda Dawn è entrata in orbita intorno a Cerere, e nei prossimi mesi vedremo interessanti sviluppi. Tra le sonde veterane, invece, si sono avuti alcuni problemi, per ora risolti, su Rosetta, che si aggiunge ai guai di Curiosity e Opportunity. Quest’ultima, comunque, ha raggiunto il fantastico traguardo della distanza di una maratona percorsa sulla superficie del pianeta rosso.
Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e quelle in fase di preparazione.
Missioni in fase di preparazione per il lancio: 2
La prossima missione europea diretta verso Marte, Exomars 2016, entra nel vivo della preparazione per il lancio. I due veicoli che verranno lanciati tra il 7 e il 27 gennaio 2016 sono il Trace Gas Orbiter, che studierà l’atmosfera marziana, e Schiaparelli, che servirà a testare tecnologie europee di ingresso in atmosfera ed atterraggio. I due veicoli cominceranno a breve l’ultima serie di test prima del lancio.
Sempre verso Marte sarà diretta la prossima missione NASA, Insight. Il lander, che studierà il terreno marziano utilizzando una trivella in grado di scavare fino a 2 m sotto la superficie, è nella fase finale di integrazione dei vari componenti. Recentemente la rosa dei possibili siti di atterraggio è stata ridotta ad uno solo, anche se la decisione finale non è ancora stata presa. La finestra di lancio si aprirà il 4 marzo 2016.
Missioni Operative: 22
La sonda WIND, di NASA, si trova attualmente in orbita intorno al punto lagrangiano L1 Terra-Sole; la sua missione di osservazione della nostra stella dura ormai da oltre 20 anni. A farle compagnia in L1 c’è l’orbiter americano ACE (Advanced Composition Explorer), di soli 3 anni più giovane rispetto a Wind, e la missione congiunta ESA/NASA Solar and Heliospheric Observatory (SoHO) che festeggerà i 20 anni alla fine del 2015, e il cui contributo ESA è stato prolungato di due anni, fino alla fine del 2016.
La missione della NASA STEREO (Solar and TErrestrial RElations Observatory) si compone, invece, di due sonde, Stereo A e Stereo B che condividono l’orbita della Terra intorno al Sole, rispettivamente, precedendo (A=Ahead) e seguendo (B=Behind) il nostro pianeta, permettendo così osservazioni stereoscopiche. Lo scorso 1 ottobre, purtroppo, si sono persi i contatti con STEREO B. Non si conoscono ancora le cause dell’anomalia, e sono tuttora in corso i tentativi di ristabilire i contatti. La missione di Stereo A invece continua normalmente anche se le comunicazioni sono interrotte dallo scorso 22 marzo e lo saranno fino al prossimo 14 luglio in quanto la sonda è al momento dietro al Sole rispetto alla Terra.
La sonda Messenger, di NASA, ha ormai i giorni contati in orbita intorno a Mercurio. Con il propellente quasi esaurito, la sonda sta compiendo osservazioni a bassa quota della superficie del primo pianeta del sistema solare. Nel mese scorso, dopo l’ultima manovra correttiva eseguita il 18, la sonda ha effettuato osservazioni a bassissima quota, con un’altitudine minima di 15 km, poco più dei normali aerei di linea sulla Terra. Un uso creativo dell’elio utilizzato come propellente dal team di ingegneri di Messenger ha permesso di estendere la missione fino a 4 ulteriori settimane rispetto alla data di termine inizialmente prevista del 28 marzo.
Missione dal sapore d’altri tempi per l’agenzia spaziale cinese: la sonda Chang’e 5-T1 (Xiaofei) ha compiuto alla fine di ottobre un flyby della Luna circumnavigando il nostro satellite come avveniva per le missioni sovietiche Zond negli anni ’60 del secolo scorso. La missione primaria è durata circa otto giorni, nei quali sono state rilasciate alcune bellissime immagini, e la capsula è atterrata regolarmente nella Mongolia Interna il 31 ottobre del 2014. Successivamente il modulo di servizio della sonda ha manovrato per raggiungere il punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Luna. Dopo un breve periodo in L2 Chang’e 5-T1 si è mossa nuovamente verso l’orbita lunare che ha raggiunto lo scorso 13 gennaio. La missione estesa dovrebbe comunque esaurirsi entro maggio 2015.
Contro tutte le aspettative, il lander Chang’e 3 e il rover Yutu, ancora attivi sulla superficie lunare 15 mesi dopo l’atterraggio. Il lander continua la sua missione scientifica, mentre il rover è ormai fermo da mesi dopo aver completato la missione primaria per via di un guasto imprevisto, ma continua a emettere segnali che vengono captati a Terra. La missione è stata considerata un successo oltre le previsioni tanto che, contrariamente a quanto ci hanno abituato i cinesi, la missione di backup Chang’e 4 non verrà lanciata con la stessa missione, ma verrà ulteriormente sviluppata con un nuovo programma scientifico e tecnologico, anche se molto più tardi rispetto alla data prevista.
Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO), della NASA, continua la sua missione di mappatura ad alta risoluzione della Luna durante la sua missione estesa. Sempre intorno al nostro satellite, le due sonde della missione Artemis, anch’essa di NASA, stanno silenziosamente studiando il debole campo magnetico lunare per una lunga missione che dovrebbe durare ancora alcuni anni.
Sulla superficie di Marte siamo arrivati al sol 949 per Curiosity/Mars Science Laboratory (MSL). Il rover ha superato a novembre il traguardo dei 10 km percorsi sul pianeta rosso e ha appena completato di studiare l’area denominata Pahrump Hills, alle pendici del Monte Sharp. Dopo diversi mesi di sosta, alcuni dei quali dovuti ad un problema elettrico, il rover ha ripreso il percorso lungo la “Artist’s Drive”.
È invece il sol numero 3983 per l’altro rover della NASA Opportunity, sulla superficie di Marte da oltre 11 anni. Il Mars Exploration Rover (MER) superstite continua a muoversi verso sud sul bordo occidentale del cratere Endeavour, ed ha recentemente passato il traguardo di una maratona (42 km e 195 m) percorsa dall’inizio della missione. Nonostante il recente aggiornamento del software che sembrava aver risolto il problema, il rover ha negli ultimi giorni sofferto nuovamente di reset della memoria a stato solido.
Dopo l’inizio ufficiale della missione scientifica della sonda MAVEN, a novembre, salgono a tre i robot della NASA in orbita intorno a Marte. A completare la flotta americana ci sono anche Mars Odyssey, in orbita dal 2001, e Mars Reconnaissance Orbiter, in orbita dal 2005.
A fare compagnia alle sonde americane ci sono anche Mars Express dell’ESA, in orbita dal 2003, e l’ultima arrivata, la Mars Orbiter Mission indiana.
La sonda europea Rosetta rimane in orbita intorno alla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko mentre questa si avvicina al perielio (punto dell’orbita più vicino al Sole). Rosetta sta effettuando in questi mesi alcuni passaggi a bassa quota per osservazioni ravvicinate del nucleo. Nel mese scorso, durante uno di questi passaggi alla quota di 14 km, la sonda ha avuto dei problemi piuttosto seri al sistema di navigazione, perdendo momentaneamente l’assetto e quindi il contatto con la Terra. Per fortuna è stato successivamente ristabilito il pieno controllo, ma sono state sospese temporaneamente le attività scientifiche per analizzare al meglio l’incidente. Il lander Philae resta sempre in modalità ibernazione e si spera che l’aumentato irraggiamento solare possa portare ad un nuovo risveglio nei prossimi mesi. Prima del problema di navigazione, Rosetta ha tentato di contattare Philae per diversi giorni, senza alcun risultato positivo per ora.
La sonda americana Dawn è entrata in orbita intorno al pianeta nano Cerere lo scorso 6 marzo. In queste settimane Dawn sta gradualmente abbassando la quota dell’orbita utilizzando i propulsori ionici.
La missione NASA/ESA/ASI Cassini, da oltre 10 anni intorno a Saturno, ha appena cominciato è la sua orbita Rev 214, dando inizio ad una nuova fase “equatoriale” della Solstice Mission. L’ultimo flyby di Titano (T-110, il 16 marzo), infatti, ha ridotto l’inclinazione dell’orbita della sonda fino a circa 0°, e questo significa che non avremo più quelle viste spettacolari degli anelli del gigante gassoso, ma anche che riprenderanno i sorvoli degli altri satelliti maggiori di Saturno, principalmente Dione e Encelado. La missione di Cassini terminerà nel 2017.
Ci siamo quasi. Dopo 10 anni di viaggio la sonda della NASA New Horizons si è risvegliata per l’ultima volta dell’ibernazione e ha recentemente cominciato ufficialmente la sua missione di osservazione di Plutone. La sonda è ormai a 116 milioni di km dal pianeta nano che sorvolerà il prossimo 14 luglio alla distanza minima di 13400 km dalla superficie. Le prime immagini della prima campagna di osservazioni, ancora lontane dalle risoluzioni di Hubble, sono state rilasciate lo scorso 4 febbraio.
Infine, le sonde americane Voyager 1 e 2, lanciate nel 1977, dopo aver sorvolato Giove, Saturno e, nel caso di Voyager 2 anche Urano e Nettuno, sono ancora operative nel loro viaggio di allontanamento dal sistema solare. Voyager 1 ha ormai lasciato l’eliosfera e si trova attualmente a circa 131 UA dalla Terra (18 ore e 6 minuti-luce dal Sole), mentre Voyager 2 è a circa 108 UA dalla Terra e 14 ore e 55 minuti-luce dal Sole.
Missioni in viaggio verso il prossimo obiettivo: 5
La missione congiunta NASA/NOAA DSCOVR (Deep Space Climate Observatory), dopo un’attesa di oltre un decennio, è stata lanciata da un Falcon 9 di SpaceX lo scorso 11 febbraio. A giugno, una volta arrivato intorno al punto lagrangiano L1 del sistema Terra-Sole, sarà il primo satellite di osservazione della Terra ad operare in L1 e avrà anche funzioni di osservatorio solare.
La sonda giapponese Akatsuki è in orbita eliocentrica in attesa di incontrare Venere per la seconda volta, dopo la fallita inserzione in orbita nel 2010. Il prossimo tentativo avverrà il 7 di dicembre di quest’anno. Dati i problemi di propulsione che la sonda ha, il team della JAXA ha dovuto ridefinire gli obiettivi della missione.
Il 3 dicembre 2014 è partita da Tanegashima Hayabusa 2, dell’agenzia spaziale giapponese (JAXA), in una missione verso l’asteroide 1999 JU3 per riportarne a terra un campione. La missione prevede l’arrivo sull’asteroide nel luglio del 2018 dopo un flyby della Terra nel dicembre del 2015, con ripartenza verso il nostro pianeta nel dicembre del 2019. Se tutto va bene, i campioni prelevati torneranno a Terra nel dicembre del 2020. La missione giapponese si è portata dietro anche numerosi payload secondari, alcuni dei quali condivideranno la missione di Hayabusa 2 su 1999 JU3: MINERVA II, sempre di JAXA, e MASCOT dell’agenzia spaziale tedesca (DLR) in collaborazione con il CNES francese. MINERVA II è un minilander (peserà solo circa 500 g) mobile (“hopper”) che tenterà l’atterraggio sull’asteroide, dopo il tentativo fallito della prima versione di MINERVA su Hayabusa 1. MASCOT (Mobile Asteroid Surface Scout) avrà una missione simile, ma è anche di dimensioni maggiori, con una massa di circa 10 kg.
PROCYON, missione in collaborazione tra JAXA e l’Università di Tokyo, è stata lanciata come payload secondario di Hayabusa 2. È un microsatellite dotato di propulsori a ioni che effettuerà un flyby di un altro asteroide, probabilmente 1999 JV6, nel marzo del 2016.
La sonda della NASA, Juno, è in viaggio verso il gigante del sistema solare, Giove. L’arrivo a destinazione è previsto per il luglio del 2016.
Sonde operative senza una missione: 1
Dopo aver concluso la sua missione principale in orbita intorno alla Luna e quelle secondarie che l’hanno vista orbitare il punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Sole e sorvolare l’asteroide 4179-Toutatis, la sonda cinese Chang’e 2 continua il suo allontanamento dalla Terra nella sua orbita eliocentrica. La sonda ha ormai passato il traguardo dei 100 milioni di km di distanza dalla Terra e attualmente viene utilizzata dagli ingegneri cinesi per testare le comunicazioni spaziali di lunga distanza nello spazio profondo.