I futuri esperimenti europei sulla ISS

A seguito di un “bando” pubblicato dalla NASA il 28 febbraio 2014 e chiamato ILSRA (International Life Sciences Research Announcement) nel quale si accettavano proposte di esperimenti da effettuarsi sulla ISS nell’ambito delle scienze legate agli esseri viventi, l’Europa si è aggiudicata ben 31 progetti di studio contro i 16 degli USA dimostrando eccezionali interessi (il numero di proposte inviate è stato superiore a 200) e competenze nella ricerca spaziale in questo settore.

Le proposte sono state esaminate tramite un processo di peer-review indipendente, sebbene coordinato con la NASA, che ha valutato ogni esperimento in termini di rilevanza scientifica e fattibilità ed anche considerando se lo svolgimento del test sulla ISS è realmente essenziale all’ottenimento dei risultati. Dopodiché le proposte sono state vagliate pesandone eventuali limitazioni pratiche e finanziarie, valutando l’equipaggiamento necessario a compiere l’esperimento ed il tempo richiesto.

Alcuni degli esperimenti selezionati saranno la continuazione di ricerche già avviate e che richiedono ulteriori investigazioni, come per esempio Airway Monitoring che monitora lo stato di salute dei polmoni degli astronauti in orbita. Samantha Cristoforetti e Terry Virts hanno recentemente effettuato proprio una sessione di questo test all’interno del modulo Quest che viene utilizzato come camera stagna per le uscite extra-veicolari (EVA). In questa occasione, e per la prima volta, il modulo è stato utilizzato per scopi scientifici sebbene la pressione al suo interno sia stata ridotta solo del 30% per simulare la concentrazione di ossigeno che si trova a 3.000 metri di quota. Il nuovo esperimento vedrà l’introduzione dell’elio al mix di componenti utilizzati nel test, il quale ha lo scopo di capire il motivo per cui gli astronauti in orbita rilasciano nel respiro più monossido di azoto del normale.

Un altro esperimento studierà l’ippocampo, cioè la parte di cervello che elabora le informazioni per l’orientamento e che immagazzina i ricordi. Gli scienziati che hanno proposto questo esperimento sospettano che l’ippocampo si riduca durante la permanenza degli astronauti nello spazio e quindi vogliono effettuare delle scansioni del cervello prima e dopo il volo. Questa regione del cervello è la prima a venire danneggiata nei malati di Alzheimer e quindi ogni suo studio potrebbe anche contribuire a migliorare la nostra conoscenza di questa malattia.

Ci sarà anche un esperimento che indagherà su come gli astronauti percepiscono il tempo. Utilizzando hardware esistente, fra cui HMD (Head-Mounted Display) e cuffie auricolari, agli astronauti verrà chiesto più volte di stimare il tempo per evidenziare eventuali cambiamenti durante la loro permanenza nello spazio.

Per quanto riguarda la biologia, ci saranno degli esperimenti a supporto del progetto Melissa di ESA che mira alla creazione di un ecosistema auto-sostenuto per la fornitura di cibo e ossigeno all’equipaggio utilizzando i loro stessi rifiuti.

In un altro esperimento verranno agganciati all’esterno della ISS alcuni CubeSat contenenti microrganismi e vari composti chimici con lo scopo di testare alcune teorie riguardo a come la vita si è sviluppata e diffusa nella Galassia e come potrebbe evolvere a seguito di un eventuale adattamento alle estreme condizioni del vuoto spaziale. Al termine dell’esperimento i CubeSat verranno poi riportati a Terra.

La ISS è inoltre una piattaforma ideale per la ricerca sul nostro sistema immunitario e molti esperimenti studieranno la reazione delle cellule (a livello molecolare) all’assenza di peso e alle radiazioni spaziali.

Dei 31 esperimenti ESA selezionati, tre sono guidati da nostri connazionali mentre la parte del leone è della Germania con ben 16 progetti sotto la sua leadership.

I tre esperimenti “italiani” saranno:

Co-culture of endothelial cells and osteoblasts in space, guidato da Sara Castiglioni del Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche Luigi Sacco, Università di Milano. Si tratta di un esperimento che studierà gli effetti della permanenza nello spazio sull’attività dell’osteoblasto, la cellula che produce la matrice organica del tessuto osseo.

WAPS (Water Across the Plant Systems): effetti della microgravità su morfologia e caratteristiche funzionali degli organi vegetali. Il Team leader è Giovanna Aronne docente di biologia vegetale presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Wound Healing and Sutures in Unloading Conditions, che studierà la guarigione da ferite in assenza di peso. A capo di questo studio c’è Monica Monici del Dipartimento di scienze biomediche e sperimentali Università di Firenze.

Passata la selezione, ora i team scientifici verranno seguiti da esperti dell’ESA per raffinare i propri esperimenti in modo da soddisfare i requisiti richiesti dall’imbarco sulla Stazione Spaziale Internazionale

Fonte: ESA

In copertina: Samantha Cristoforetti con l’equipaggiamento per l’esperimento Airway Monitoring (Credit: NASA).

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Paolo Baldo

Sono nato a Trento, dove vivo e lavoro. Fra i miei molti interessi l'astronautica occupa un posto privilegiato. La mia passione mi ha portato ad incontrare molti astronauti (di tutti i programmi spaziali occidentali, dal Mercury all'ISS) in svariati eventi pubblici.