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L+76-L+79: La partenza di un vicino

Il cargo Dragon CRS-5 poco prima del rilascio dal braccio robotico della ISS. Credit: ESA/NASA

Il cargo Dragon CRS-5 poco prima del rilascio dal braccio robotico della ISS. Credit: ESA/NASA

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 14/02/2015):

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorni di missione da 76 a 79 (7–10 febbraio 2015)—È stata una giornata veramente storica qui sulla ISS: l’ultimo Automated Transfer Vehicle [veicolo automatico di trasferimento—N.d.T.] dell’Agenzia Spaziale Europea, ATV-5 George Lemaitre, è appena partito e ora si trova a distanza di sicurezza dalla Stazione, in orario per un rientro distruttivo nell’atmosfera domani: sta portando via tonnellate di rifiuti e oggetti scartati, dandoci così un bel po’ di sollievo sulla ISS in termini di spazio di stivaggio.

Ma avremo tempo di parlare della partenza di ATV e di tutte le operazioni di preparazione in una futura nota del diario, oggi torniamo indietro di qualche giorno e occupiamoci della partenza di un altro veicolo all’inizio di questa settimana: Dragon! Lo scorso week end è stato veramente intenso qui sulla Stazione nel preparare le ultime cose da caricare. Sabato ho completato l’esperimento “Epigenetica”, eseguendo il fissaggio dell’ultima generazione dei nostri vermi C. Elegans per il ritorno sulla Terra. Gli scienziati a terra hanno dato un’occhiata ai sacchetti di coltura attraverso la telecamera e hanno riferito che, a giudicare dal colore, i vermi stavano crescendo bene, quindi ora sulla Terra ci sono auspicabilmente tre generazioni di vermi C. Elegans cresciuti nello spazio.

Il week end è stato anche il momento di reinstallare in Dragon un certo numero di attrezzature per la conservazione a freddo, chiamate Polar [polare—N.d.T.] e Glacier [ghiacciaio—N.d.T.]: questi frigoriferi trasportabili volano su e giù collegati all’alimentazione elettrica di Dragon, ma durante la permanenza vengono in realtà installati sulla Stazione. Spostarli è un’operazione che dipende criticamente dal tempo perché non vogliamo che rimangano senza alimentazione per più di 30 minuti, quindi Terry e io abbiamo lavorato insieme a una coreografia cronometrata che ci ha permesso di operare in parallelo, minimizzando il periodo di mancanza di corrente.

Ultima ma non ultima, nel nostro programma di sabato mattina c’è stata un’attività dell’ultimo minuto: la rimozione di un componente Fan-Pump-Separator [ventola-pompa-separatore—N.d.T.] di una EMU, la tuta per le passeggiate spaziali. Nella nota L+16, L+17 ho parlato del FPS, visto che Butch e io ne abbiamo sostituito uno a dicembre. Sfortunatamente, l’FPS si è guastato in un’altra tuta. Attualmente non abbiamo ricambi a bordo, ma è stato deciso che quello guasto venga rimosso e riportato con Dragon per l’analisi a terra. Farlo la seconda volta non è stato arduo come la prima, considerato che non ne abbiamo montato un altro, ma si è trattato comunque di un compito impegnativo rimuovere tutte le viti non imperdibili difficili da raggiungere e le rondelle! Una volta finito siamo stati felici quando abbiamo potuto passare il componente a Terry, in modo che lo impacchettase adeguatamente per il rientro.

A proposito di impacchettare, quella è stata la grande attività di lunedì. Nella mattinata si sono svolte ancora delle operazioni di conservazione a freddo, visto che Terry e io abbiamo riempito e caricato sei borse refrigerate con alcuni campioni dai nostri congelatori MELFI. Le borse refrigerate sono come dei refrigeratori portatili con un isolamento molto spesso, in cui i campioni per il ritorno vengono conservati insieme con delle tavolette refrigeranti per mantenerli a bassa temperatura fino a quando possono essere prelevati sulla Terra e rimessi in un vero congelatore. Per ogni borsa refrigerata avevamo dei diagrammi che mostravano esattamente come doveva essere riempita e, in alcuni casi, con che orientamento preciso.

Sfortunatamente, questa è una di quelle cose che funzionano molto meglio con l’aiuto della gravità, perché quassù non c’è nulla che faccia rimanere tutte quelle cose dove le mettete, fino naturalmente a quando la borsa è piena e il coperchio mantiene tutto a posto. Inoltre, come potete immaginare, preparare le borse a freddo è necessariamente un’operazione dell’ultimo minuto: le abbiamo caricate lunedì mattina e lunedì pomeriggio abbiamo chiuso il portello di Dragon. Terry e Butch hanno poi installato i controllori dei motori che agiscono sui bulloni che mantengono Dragon collegato alla ISS mentre io, nel frattempo, sono andata nell’ATV a installare la Break-Up Camera [videocamera per la ripresa della distruzione—N.d.T.], che domani osserverà realmente la distruzione dell’ATV!

Martedì, naturalmente, è stato il giorno del rilascio. Dopo il controllo di tenuta stagna dei portelli completato con successo, per assicurarsi che né Dragon né la ISS avessero perdite una volta separati, Butch e io abbiamo svitato i bulloni, scollegando Dragon da noi, e poi i controllori a terra hanno iniziato a manovrare il braccio robotico per portare Dragon verso la posizione di rilascio.

Nella prima serata, Terry e io eravamo già alla postazione di controllo robotico nella Cupola per eseguire il rilascio e mandare Dragon verso casa. Al momento del rilascio, l’ho liberato e allontanato il braccio a una distanza sicura di circa 4,5 metri. A quel punto, Tery ha inviato il comando Depart [partenza—N.d.T.] e Dragon ha effettuato la sua prima accensione, iniziando una separazione lenta ma chiaramente visibile dalla ISS. Veramente strano vederlo andare via, dopo averlo avuto come nostro vicino qui nel Nodo 2 per diverse settimane. Ma, hei, ne avremo presto un altro!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.

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