L+74, L+75: Abbiamo rimandato a casa Dragon!

Il rilascio di un Cubesat dal braccio robotico giapponese della ISS durante la Expedition 42. Credit: ESA/NASA
Il rilascio di un Cubesat dal braccio robotico giapponese della ISS durante la Expedition 42. Credit: ESA/NASA

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 11/02/2015):

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorni di missione 74 e 75 (5–6 febbraio 2015)—Ieri abbiamo rimandato a casa Dragon! Vi racconterò di più nei prossimi giorni ma, per ora, dirò solo questo: ripensando alle scorse settimane dall’arrivo di Dragon, è molto gratificante pensare a tutto il lavoro che abbiamo fatto, dagli esperimenti alle operazioni di carico e scarico, fino ai trasferimenti dell’ultimo minuto di campioni a freddo dai refrigeratori e i congelatori alle borse refrigerate per il ritorno. È anche bello riprendere il fiato oggi, comunque: visto che abbiamo dovuto lavorare sodo per tutto il week end, abbiamo questo mercoledì di riposo. Una bella e gradita sorpresa!

Ma ora torniamo un’altra volta alla settimana scorsa per recuperare parlando del rilascio di qualcosa di molto più piccolo da un braccio robotico un po’ più piccolo: un minuscolo Cubesat, delle dimensioni di 10cm x 10cm x 10cm, è stato rilasciato venerdì dal braccio giapponese. Veramente forte da vedere!

Ci sono state molte attività di preparazione nei giorni precedenti al rilascio, in stretta collaborazione con il Centro di Controllo del JEM di Tsukuba, in Giappone. Come potreste ricordare se seguite questo diario di bordo, il modulo JEM ha un proprio airlock: possiamo aprire il portello interno e fare scorrere una piattaforma nella cabina. La settimana precedente al rilascio, Butch aveva installato su questa piattaforma il sistema di espulsione del satellite con all’interno il Cubesat. Giovedì della settimana scorsa ho depressurizzato l’airlock. Fra l’altro, proprio come il grande airlock per le passeggiate spaziali, l’airlock giapponese ha dei sistemi per recuperare la maggior parte dell’aria e tenerla all’interno del volume della Stazione Spaziale: solo l’ultima quantità d’aria, quando la pressione residua nell’airlock diventa troppo bassa (intorno a 2 psi [circa 0,14 atm—N.d.T.]), deve essere necessariamente dispersa nello spazio. Quando l’airlock ha raggiunto il vuoto, ho aperto il portello esterno verso lo spazio e fatto scorrere fuori la piattaforma con il satellite e il sistema di espulsione. A quel punto, i controllori delle operazioni robotiche di Tsukuba hanno afferrato il sistema di espulsione con il braccio robotico giapponese e, una volta ottenuta una presa sicura, ho ricevuto il GO per liberarlo dalla piattaforma scorrevole, in modo che il braccio ne potesse avere il pieno controllo e muoverlo verso la posizione di rilascio. Il mio compito successivo è stato fare delle foto del rilascio e devo dire che questo mi ha resa un po’ ansiosa: si ha una sola occasione di farlo bene, poi quel satellite vola via rapidamente una volta rilasciato! Non volevo davvero fare pasticci, posso solo immaginare che delusione sarebbe non avere foto per gli studenti che hanno realizzato il Cubesat.

A proposito di studenti, mercoledì ho anche avuto modo di usare l’apparato radioamatoriale per parlare con un gruppo di alunni delle scuole “Locatelli-Oriani” e “Bachelet” nella zona di Milano: grazie delle vostre ottime domande e del vostro duro lavoro per prepararvi!

Venerdì ho passato un bel po’ di tempo nel nostro grande airlock a lavorare alle tute EMU (le tute per le passeggiate spaziali). In particolare, ho lavorato ai circuiti dell’acqua di raffreddamento di entrambe le tute che verranno usate nelle prossime EVA pianificate di Terry e Butch, “purificando” l’acqua con diversi tipi di filtri e aggiungendo dello iodio per il controllo microbico. Poi ho prelevato dei campioni d’acqua che sono stati riportati da Dragon per l’analisi a terra. La purificazione del circuito può essere anche un’opportunità per fare alcuni controlli sulle tute e ricevere telemetria a terra, quindi entrambe le tute erano collegate a un laptop su cui facciamo girare un’applicazione di raccolta di dati.

Hei, venerdì ho anche parlato con il Controllo Missione di Mosca, cosa che non capita molto spesso a noi membri non russi dell’equipaggio. Mentre ci prepariamo al distacco di ATV questo sabato, ho eseguito con Mosca una procedura di controllo del pannello di comando remoto di ATV che avremo predisposto nel Modulo di Servizio russo per quando partirà l’ATV. Dovremo inviare dei comandi all’ATV solo nel caso di una situazione non nominale, quindi sono fiduciosa che non avremo davvero bisogno del pannello di controllo, ma saremo pronti!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.

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Samantha Cristoforetti

Ingegnere ed ex ufficiale dell'Aeronautica Militare, dal 2009 è un’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Ha volato nello spazio per 199 giorni, dal 23 novembre 2014 all'11 giugno 2015 per la missione Futura, svoltasi a cavallo tra Expedition 42 ed Expedition 43.