Lo scorso 21 gennaio il Primo Ministro russo Medvedev ha firmato il decreto che trasformerà l’agenzia spaziale Roskosmos (RKA), mediante una fusione con la United Rocket and Space Corporation (ORKK), in una società per azioni a completo controllo statale.
Oleg Ostapenko, che da soli 15 mesi era a capo dell’agenzia, è stato rimosso a favore di Igor Komarov (nella foto) già amministratore della ORKK.
Igor Komarov, classe 1964, nato nella città di Engels nel distretto di Saratov circa 500 km a sud-est di Mosca, ha una laurea in economia conseguita nel 1986 all’Università Statale di Mosca.
L’ORKK è una holding governativa creata ad-hoc nel 2013, subito dopo lo spettacolare fallimento del vettore Proton, per razionalizzare e rilanciare tutto il settore industriale spaziale. Attualmente detiene il controllo di una sessantina tra organizzazioni, uffici ed aziende coinvolte nei vari programmi, tra cui si trovano grandi nomi come RSC Energia, TsSKB Progress, NPO Energomash ed il Khrunichev Research and Production Space Center.
Al contrario di quello che da alcuni anni sta avvenendo negli Stati Uniti, questa manovra rientra nel piano governativo di riorganizzazione del settore spaziale russo, finalizzato a creare un singolo centro decisionale e produttivo per il settore spaziale.
In pratica una sola entità pianificherà la politica spaziale, si occuperà della progettazione, costruirà tutto l’hardware, effettuerà le missioni e contemporaneamente sovrintenderà a tutto il processo.
La nuova Roskosmos State Corporation, secondo le tradizionali suddivisioni specialistiche dell’era sovietica, sarà suddivisa in dipartimenti che controlleranno questi settori:
– Volo spaziale umano
– Sistemi di lancio
– Capsule automatiche
– Propulsione
– Missili militari
– Avionica
– Sistemi spaziali militari
– Sistemi di controllo
Il vice Primo Ministro Rogozin ha cosi commentato: ” Situazioni critiche necessitano di interventi critici, è una riforma studiata da tempo che coinvolgerà anche il settore amministrativo, non solo quello produttivo, al fine di mantenere la Russia al massimo livello come potenza spaziale”.
La fusione avrà come effetto collaterale la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro nel settore, che attualmente impiega 250.000 addetti operanti ad un livello di efficienza stimato intorno al 40% dell’effettiva capacità.
Questo dato fa un certo effetto se viene confrontato con gli Stati Uniti, che impiegano 70.000 addetti con un tasso di produttività 8 volte maggiore a quello russo.
Non tutti in Russia vedono di buon occhio questo avvenimento, il Moscow Times per esempio lo definisce come “Una mossa ambiziosa condotta da un amico di Putin per prendere il controllo dell’industria della difesa e spaziale. Ma mentre la nuova agenzia continuerà a chiamarsi Roskosmos, non continuerà ad essere guidata da un veterano del settore come Oleg Ostapenko, bensì da Igor Komarov, il cui ultimo impiego era nel settore commerciale dell’industria automobilistica AvtoVAZ”.
Il Moscow Times continua affermando che dietro Komarov ci sarebbe Sergei Chemezov, CEO del colosso statale Rostec (che controlla oltre 600 compagnie nel campo tecnologico tra cui la AvtoVAZ) ed amico storico di Putin dai tempi della loro militanza nel KGB.
Chemezov, che nell’aprile 2014 è stato incluso dall’amministrazione Obama in una lista di persone non gradite negli Stati Uniti, è considerato da molti il ministro ombra dell’industria e della difesa per via del potere che si accentrato.
Per conoscere quali saranno le conseguenze sul programma spaziale non si dovrà attendere molto perchè negli ultimi mesi la propaganda certo non è mancata.
Lo stesso Komarov ha confermato che entro maggio una bozza di programma verrà sottoposta al governo.
I temi più discussi riguardano in primis la partecipazione al programma ISS oltre il 2020, il completamento e l’inizio dell’operatività del nuovo cosmodromo di Vostchny, la sostituzione delle storiche capsule Sojuz con le nuova PTK NP, la creazione di una nuova stazione spaziale nazionale, lo sviluppo di un lanciatore super heavy ed il più volte annunciato programma lunare.
Fonti: Itar Tass, Russian Space Web, Moscow Times, Parabolic Arc, Wikipedia