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L+57, L+58: La lunga giornata della fisiologia umana

Samantha Cristoforetti con indosso i sensori dell'esperimento Drain Brain. Credit: ESA/NASA

Samantha Cristoforetti con indosso i sensori dell'esperimento Drain Brain. Credit: ESA/NASA

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 22/01/2015):

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorni di missione 57 e 58 (19–20 gennaio 2015)—Questa è stata una di quelle settimane in cui gli esperimenti si sono spesso concentrati su di… me.

La fisiologia umana è stata decisamente molto presente nel mio programma scientifico, a cominciare già dal week end, quando ho fatto una raccolta di dati mentre dormivo! In effetti, Dragon mi ha portato uno stravagante guardaroba notturno: una maglietta per l’esperimento Wearable Monitoring che ho dovuto indossare per due notti di seguito per la prima raccolta di dati. Questa maglietta è stata realizzata su misura per me ed è molto aderente, perché integra degli strumenti che devono aderire al corpo: degli elettrodi, per un “classico” elettrocardiogramma, e un accelerometro a tre assi per monitorare la meccanica del cuore, cioè l’apertura e la chiusura delle valvole cardiache. L’ipotesi da verificare è se delle minuscole variazioni nelle funzioni cardiache causino dei micro-risvegli che compromettano la qualità del sonno sulla ISS. Anche se devo dire, naturalmente da un punto di vista puramente soggettivo e non quantitativo, che mi sembra di dormire ottimamente quassù!

La mattina presto di lunedì è arrivato anche il momento della prima sessione di Drain Brain. In realtà, abbiamo già fatto una sessione di ecografia all’inizio della missione, ma per questo specifico gruppo di misurazioni abbiamo dovuto aspettare che l’attrezzatura di ricambio arrivasse su Dragon, in seguito alla perdita della missione Orbital-3. Gli strumenti specifici per Drain Brain comprendono tre pletismografi a estensimetro, che hanno l’aspetto di collari di un materiale estensibile, come potete vedere nella foto. In realtà sono sensori in grado di misurare il flusso sanguigno nelle vene in un modo molto semplice e non invasivo che non dipende dalle abilità e dall’interpretazione dell’operatore, come nel caso dell’ecografia. Indossando questi collari al collo, al braccio e alla gamba, ho eseguito una serie di respirazioni al 70% della capacità dei polmoni rimanendo ferma, oppure distendendo e contraendo la mano o la caviglia. Mentre facevo queste attività, respiravo nel nostro Pulmonary Function System [sistema per la funzione polmonare—N.d.T.] e il software, attraverso un’interfaccia grafica, mi dava istruzioni su quando iniziare a espirare o inspirare. L’obiettivo principale dell’esperimento è studiare come il ritorno del sangue dalla testa al cuore cambi nello spazio, visto che non ci sono gli effetti della gravità ad aiutarlo. È una cosa su cui per ora sappiamo poco, e una migliore comprensione di questi meccanismi circolatori potrebbe forse aiutare a comprendere alcune malattie degenerative del cervello.

Samantha Cristoforetti lavora all’esperimento Fruit Fly Lab con i moscerini della frutta. Credit: ESA/NASA

Dopo Drain Brain, sono passata alla seconda sessione in volo dell’esperimento Cardio Ox, riprendendo immagini ecografiche della carotide e delle arterie brachiali ed effettuando misurazioni Doppler del flusso sanguigno. E per completare la giornata della fisiologia umana, ho anche fatto un’altra raccolta di dati per Skin-B, di cui vi ho già parlato. E visto che molti di questi esperimenti richiedono una corrispondente raccolta di campioni, martedì ho eseguito una raccolta delle urine delle 24 ore e “Terry il Vampiro” (un amico intimo di “Terry Mani di Forbice” il parrucchiere) mi ha prelevato il sangue.

Ma, hei, come sapete, non ci siamo solo noi umani sulla ISS! No, non entusiasmatevi, non sono al corrente di alcun alieno che viva da qualche parte a bordo, né di UFO in volo in missioni di pattugliamento in zona, ma abbiamo naturalmente i nostri amici moscerini della frutta! Ora alcune delle cassette con i moscerini e le larve sono finite nel congelatore, ma ho messo delle altre cassette nella centrifuga e nella posizione statica della loro attrezzatura dedicata e questo progetto multi-generazionale sta continuando. Per alcune delle operazioni di fissazione ho costruito e usato una scatola a guanti usa e getta, come potete vedere nella foto: non sapevo nemmeno che le avessimo a bordo, la Stazione Spaziale è sempre piena di sorprese!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.

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