Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 07/01/2015):
Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorni di missione 44 e 45 (6–7 gennaio 2015)—Oggi è di nuovo Natale! Proprio così: la Russia, una nazione in prevalenza Ortodossa, celebra il Natale il 7 Gennaio, quindi l’altra sera abbiamo passato la Vigilia di Natale insieme con i nostri compagni di equipaggio russi.
Sulla Stazione Spaziale questo è generalmente un giorno di riposo solo nel segmento russo, ma oggi anche Terry, Butch e io abbiamo avuto un giorno libero, perché ci aspettiamo di lavorare nel weekend in seguito all’arrivo di Dragon. Siamo stati quindi liberi di unirci a Sasha, Elena e Anton nella videoconferenza con le loro famiglie, che si erano radunate al Controllo Missione di Mosca.
Padre Ioav, il prete molto gentile di Star City, ha anche portato un piccolo coro per cantare delle canzoni di Natale per noi, fra cui quella italiana preferita “Tu scendi dalle stelle” eseguita splendidamente con una pronuncia impeccabile!
Ripensando a ieri, ho effettuato una terza sessione dell’esperimento dell’ESA Skin-B, che studia gli effetti dell’ambiente spaziale sulla pelle: se ve la siete persa, ne ho parlato con maggiore dettaglio nella nota del diario L+11.
Ho avuto modo di immergermi ancora nelle viscere della nostra toilette spaziale: nella stessa nota L+11 ho parlato del rabbocco dell’acqua di scarico, questa volta ho cambiato il fluido di pre-trattamento Quello di pre-trattamento è un fluido che viene aggiunto in piccola quantità all’acqua di scarico e compie alcune trasformazioni chimiche dell’urina. C’è un componente, chiamato pompa di dosaggio, che all’inizio di ogni utilizzo fornisce la quantità di fluido di pre-trattamento necessaria. Infatti, ogni volta che attiviamo la toilette (il che significa accendere la ventola che produce l’aspirazione), dobbiamo controllare che la spia della pompa di dosaggio si accenda per alcuni secondi e poi si spenga. Se non lo fa, c’è un problema. Questo mi è capitato giusto sabato scorso, in realtà: la spia della pompa di dosaggio non si è spenta e invece si è accesa una spia rossa di guasto. Dopo alcune verifiche guidate dagli specialisti a terra, si è arrivati alla conclusione che la pompa di dosaggio si era guastata e a Terry ne è stata assegnata la sostituzione nel suo programma di lunedì.
Prima che la sostituzione potesse essere completata con successo, la toilette del Nodo 3 è rimasta fuori servizio. Fortunatamente abbiamo ridondanza a bordo: il modulo di servizio russo ha un’altra toilette—in effetti quella era la toilette originale della stazione spaziale e la toilette del Nodo 3 è basata esattamente sullo stesso progetto, con alcune modifiche per tenere conto del trasferimento diretto dell’urina all’Urine Processing Assembly [impianto di trasformazione dell’urina—N.d.T.].
Naturalmente, per noi è davvero preferibile usare la toilette del Nodo 3: non solo è molto più vicina, ma evitiamo di disturbare Anton ed Elena, che dormono non molto lontano dalla toilette russa.
Come sapete, qui siamo anche pronti a ricevere molto presto il veicolo cargo Dragon. In preparazione al berthing [ormeggio—N.d.T.], mi è capitato di fare qualcosa che per qualche istante è effettivamente sembrata piuttosto inquietante: ho sbloccato il portello del Nodo 2, che è dove Dragon verrà ormeggiato. In questo momento, naturalmente, si affaccia sul vuoto. Lo facciamo per evitare qualsiasi problema con il meccanismo di blocco-sblocco il giorno dell’ingresso: diversi payload scientifici su Dragon dipendono criticamente dal tempo, e un ritardo nell’apertura del portello e nel trasferimento potrebbe causare una perdita di attività scientifica. Naturalmente, il portello si apre verso l’interno e così, anche se il meccanismo è sbloccato, non c’è alcun modo in cui si possa aprire contro la pressione interna della Stazione Spaziale. Ma immagino di non essere la prima ad avere una strana sensazione nello sbloccarlo: ci forniscono un promemoria che c’è una forza di circa 39.000 lbf [circa 173 kN—N.d.T.] che tiene il portello chiuso quando i moduli sono pressurizzati. Fra l’altro, questo significa anche che i portelli che si aprono verso l’esterno sarebbero un’idea veramente pessima (sì, sto pensando a te, “Gravity”).
Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.