Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 16/12/2014):
Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorno di missione 23 (16 dicembre 2014)—Vi siete probabilmente persi la novità, ma ve la dico ora: stasera c’è una serata Marangoni! Almeno qui sulla Stazione Spaziale!
Ci piace scherzare dicendo che suona come una festa da ballo alla moda (mi chiedo… si può ballare nello spazio?), ma in realtà è proprio il contrario: nelle serate Marangoni ci viene chiesto di non fare esercizio fisico e di spingerci con particolare delicatezza sulle ringhiere. E dovremmo veramente tenerci lontani dal rack Ryutai nel laboratorio giapponese, dove viene condotto l’esperimento Marangoni: questo protocollo sperimentale è molto sensibile alle oscillazioni-G—diciamo che sono delle piccole accelerazioni che impartiamo alla struttura—e allora dobbiamo fare attenzione. Quindi, ogni volta che volete una serata tranquilla come quando si sta sul divano, si può dire che state passando una serata Marangoni!
Come suggerisce il nome, questo studio riguarda la convezione di Marangoni. Quale convezione? Non è vero che non c’è convezione in assenza di peso? Beh, sì, se intendete la convezione naturale indotta dalle differenze di densità: per esempio, sulla Terra l’aria calda sale perché è meno densa dell’aria fredda. Ma non in condizioni di assenza di peso, perché il galleggiamento è un effetto della gravità! Tuttavia, la convezione di Marangoni si verifica alla superficie di un liquido ed è in realtà guidata dalla tensione superficiale o, più precisamente, dalla differenza di tensione superficiale indotta dalla temperatura. Suona complicato, ma se avete osservato dell’olio al centro di una padella calda muoversi verso i bordi, avete osservato un esempio di convezione di Marangoni.
Lo spazio è il luogo perfetto per gli studi sulla Marangoni: prima di tutto, come abbiamo già detto, non c’è la convezione indotta dalla gravità a confondere le osservazioni. Ma si possono anche fare dei trucchetti interessanti che sulla Terra non sarebbero possibili: l’esperimento attualmente in corso utilizza un ponte liquido che non potrebbe mai essere ottenuto di quelle dimensioni sulla Terra—crollerebbe sotto il suo stesso peso!
Hey, mi sono lasciata trascinare così tanto dalla Marangoni che non vi ho parlato per niente della mia giornata. Prima ho passato la mattina lavorando con Elena su Spheres, come potete vedere nella foto. In futuro scriverò sicuramente di più su Spheres, ma per ora vi dirò che abbiamo eseguito una sessione di prova in preparazione alle finali della competizione ZeroRobotics di gennaio. Ci siamo divertite molto e sono sicura che ci divertiremo ancora di più quando avremo caricato sui satelliti Spheres il software degli studenti in gara!
Butch e io abbiamo fatto un’altra sessione di catture decentrate, simili a quelle di sabato, in preparazione alla cattura di Dragon. Abbiamo perfino provato il passaggio alla nostra postazione di lavoro robotica di backup nel Laboratorio americano, per essere pronti a un eventuale malfunzionamento il giorno della cattura.
Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.