Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 06/12/2014):
Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorno di missione 12 (5 dicembre 2014)—Wow—dov’è andata questa settimana! È incredibile quanto il tempo voli velocemente quando siete molto impegnati e vi state godendo quello che fate. Giovedì, Butch e io eravamo entrambi assolutamente convinti che fosse mercoledì: il povero Terry ha dovuto mostrarci l’OSTPV (la nostra applicazione di pianificazione elettronica) per farci cambiare idea!
Parlando di pianificazione, ieri il programma per me è stato completare una serie di tamponi per l’esperimento Microbioma, per il quale stavo già raccogliendo le urine e il sangue per questa intera settimana. Al mattino ho raccolto tamponi della pelle in diversi punti sul mio viso e sulle braccia. Più tardi ho ripetuto alcuni di quei tamponi dopo essermi allenata, e ho preso dei tamponi della superficie in alcuni punti molto toccati sulla ISS: la barra di sollevamento di ARED che usiamo per il “sollevamento pesi”; le manopole che ruotiamo per aprire e chiudere le imposte delle finestre della Cupola; i microfoni a mano e così via. Come al solito, tutto va messo nel congelatore MELFI per il ritorno ogniqualvolta i campioni possono avere un passaggio giù verso la Terra.
Ho anche spostato un’unità SAMS in Columbus: le unità SAMS sono installate lungo tutta la Stazione e misurano l’accelerazione. Se fossimo in una condizione di perfetta microgravità, SAMS misurerebbe un’accelerazione nulla. Ma naturalmente, sebbene fluttuiamo senza peso, non abbiamo una microgravità assoluta sulla ISS; qualsiasi sollecitazione sulla struttura, che sia da una pompa in funzione o da qualcuno che si spinge su una ringhiera, causa un po’ di accelerazione localmente che le unità SAMS possono misurare.
Guardando indietro alla settimana lavorativa, ho fatto un grosso sforzo per migliorare nel non lasciare che le cose volino via: ricordarmi di chiudere bene una borsa piena di oggetti, anche se mi sto girando dall’altra parte solo per pochi secondi: esaminare l’area in 3 dimensioni prima di lasciare una postazione di lavoro; assicurare opportunamente le cose con il velcro o gli elastici, anche se sembra una buona idea stringerli semplicemente fra le ginocchia o ficcarli sotto una ringhiera… non è una buona idea.
Dal lato positivo, comunque, il fatto che le cose galleggino significa anche che avete in più la terza mano che avete sempre voluto, o la quarta, o la quinta… Supponiamo che vi servano entrambe le mani per fare una cosa, ma state tenendo qualcosa: beh, finché non vi voltate, potete semplicemente lasciarla fluttuare. Una “terza mano” la manterrà a galleggiare davanti a voi, dovete solo darle una leggera spinta se inizia a uscire dal vostro campo di vista. C’è effettivamente qualcosa di magico nell’ambiente in assenza di peso! Ed è interessante come dobbiate impararlo: ho sentito diverse volte Butch dirmi “Lasciala semplicemente andare”.
L’ultima cosa che vi dirò questa sera: Butch ha preparato il nostro albero di Natale nel Laboratorio e ha perfino appeso le calze per tutti e sei noi. Così, da ora fino a Natale, se ci imbattiamo in qualche piatto preferito di qualcuno o qualcuna mentre cerchiamo in un contenitore di cibo, possiamo metterlo nella sua calza!
Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.