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Cos’è successo nello spazio nel 2014: l’anno della cometa

Rappresentazione artistica di Rosetta e Philae. (C) ESA

Il 2014 si avvia verso la fine e, come è ormai tradizione, tiriamo le somme di un anno astronautico che è stato di nuovo particolarmente speciale per l’Italia e, in generale, il settore spaziale europeo. Sono state infatti, ben due le missioni di lunga durata per l’agenzia spaziale europea (ESA), quella del tedesco Alexander Gerst e quella, tuttora in corso, della nostra Samantha Cristoforetti. L’evento principale dell’anno viene però dal settore robotico, con l’arrivo in orbita di Rosetta e il successivo atterraggio di Philae su una cometa. Anche su Marte l’evento principale dell’anno è stato il passaggio della cometa Siding Spring che è stata osservata dalla flottiglia di sonde sul pianeta rosso, veterane e neoarrivate, e fa sì che il 2014 possa essere ribattezzato “l’anno della cometa”.

Samantha Cristoforetti e la missione Futura

Samantha Cristoforetti con i satelliti Spheres. Credit: ESA/NASA

Cominciamo il resoconto dell’anno appena passato dalla fine: è iniziata il 23 novembre, con il lancio della Sojuz TMA-15M dal cosmodromo di Bajkonur, in Kazakistan, la missione dell’astronauta italiana Samantha Cristoforetti. A distanza di poco più di un anno dalla missione di Luca Parmitano, torna nuovamente il tricolore sulla Stazione Spaziale Internazionale. Samantha fa attualmente parte dell’Expedition 42 e concluderà la sua missione nell’anno nuovo durante l’Expedition 43. La missione Futura può essere seguita su AstronautiNews.it anche grazie allo straordinario diario tenuto quasi giornalmente da Samantha stessa che prosegue nello spazio dopo averci resi partecipi di tutta la fase di addestramento alla missione.

La stazione spaziale internazionale (ISS)

Oltre alla missione di Samantha Cristoforetti, l’avamposto orbitale internazionale ha visto, nel 2014, l’avvicendarsi di altri tre equipaggi. Come avviene orma da alcuni anni, la capsula Sojuz TMA-M è l’unica al momento utilizzabile per il trasporto di astronauti sulla ISS, e lo sarà ancora per un po’. Il primo avvicendamento si è avuto a marzo, con il rientro della Sojuz TMA-10M che ha concluso l’Expedition 38 e l’arrivo, qualche giorno dopo, della Sojuz TMA-12M. Mentre da un paio di anni le Sojuz utilizzano un profilo di avvicinamento alla ISS che permette di arrivare sull’avamposto orbitale in sole sei ore, qualche problema durante il lancio della Sojuz TMA-12M ha costretto i tre membri dell’equipaggio a utilizzare il vecchio profilo di avvicinamento che prevede l’arrivo sulla ISS a circa due giorni dal lancio. L’Expedition 39, comunque, è stata importante anche perché è stato nominato comandante della ISS per la durata dell’Expedition l’astronauta Koichi Wakata: il Giappone diventa quindi l’ultimo dei vari partner internazionali ad aver avuto un proprio comandante a bordo.

La Sojuz TMA-14M durante l’attracco senza un pannello solare. Credit: NASA

A maggio è stato il turno dell’astronauta dell’ESA Alexander Gerst che, a fine mese, ha dato il via alla missione Blue Dot che è proseguita nei sei mesi successivi durante le Expedition 40 e 41. L’avvicendamento degli equipaggi è poi proseguito a settembre con il rientro della Sojuz TMA-12M e l’avvio dell’Expedition 41. I tre membri dell’equipaggio della Sojuz TMA-14M, che sono tuttora sulla ISS insieme a Samantha e ai suoi compagni di viaggio, hanno dovuto far fronte ad un piccolo problema con uno dei due pannelli solari della navicella russa che si è dispiegato solo dopo l’attracco.

Come al solito, oltre agli astronauti si sono avvicendate sulla ISS anche le navette cargo. Quattro capsule Progress, dalla Progress M22-M alla Progress M25-M, hanno visitato la ISS nell’anno appena trascorso. La Progress M21-M, inoltre, arrivata sulla ISS l’anno precedente, ha testato ad aprile un nuovo sistema di attracco automatico. Le capsule russe sono state affiancate da una serie di veicoli cargo dei partner internazionali. La navetta europea ATV-5 “Georges Lemaître” è arrivata sulla ISS ad agosto e, quando lascerà la stazione il prossimo febbraio, rappresenterà l’ultima missione del cargo europeo. Sono proseguiti inoltre i voli della capsula Dragon, della compagnia privata americana SpaceX, l’unica attualmente nella flotta della ISS capace di riportare a terra quantità importanti di materiale scientifico. La missione Dragon CRS-3 si è svolta da aprile a maggio, mentre quella di Dragon CRS-4 da settembre ad ottobre. In questi giorni si stanno facendo gli ultimi preparativi per il lancio di Dragon CRS-5 che arriverà sulla ISS ad anno nuovo. All’azienda di Elon Musk si è affiancata, nel 2014, un’altra protagonista: Orbital Sciences Corporation, con la sua capsula Cygnus. I voli CRS Orb-1 e CRS Orb-2 si sono svolti, rispettivamente, a gennaio/febbraio e a luglio/agosto. Orbital ha purtroppo subito una pesante battuta d’arresto durante il lancio di Cygnus CRS Orb-3, a fine ottobre, quando il razzo Antares è esploso pochi secondi dopo il lancio.

L’esplosione del razzo Antares CRS-3 pochi secondi dopo il lancio. Image credit: NASATV.

Il 2014 ha visto quattro attività extraveicolari (EVA) dal lato russo della ISS, e tre dal lato americano, che hanno coinvolto un totale di 11 astronauti e cosmonauti, tra cui Alexander Gerst.

La missione di Rosetta e Philae

Siamo atterrati su una cometa! Il 2014 passerà alla storia come l’anno in cui, per la prima volta, una sonda automatica si posa sulla superficie di una cometa. La missione dell’ESA si è aperta a gennaio quando, dopo quasi 10 anni nello spazio, la sonda Rosetta si risveglia dall’ibernazione, modalità in cui ha trascorso gli ultimi anni di viaggio a causa della lontananza dal Sole. Il rendez-vous con la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko è avvenuto ad agosto e, nelle settimane successive Rosetta ha manovrato fino ad entrare in orbita intorno al corpo celeste.

Uno dei momenti più attesi della missione si raggiunge il 12 novembre, quando viene rilasciato il piccolo lander Philae che, pur con qualche imprevisto di troppo, riesce ad atterrare sulla superficie della cometa. Nelle ore successive il team dell’ESA compie un lavoro straordinario, completando con successo la missione di Philae nonostante le avversità. Il lander è al momento in ibernazione, ma non è escluso che nei prossimi mesi, quando l’irraggiamento sui pannelli solari aumenterà, possa riprendere la propria missione. Nel frattempo Rosetta continua, e continuerà per tutto il 2015, a studiare la cometa durante il suo avvicinamento al Sole. Tra i dati ricevuti da Philae e quelli che continua ad inviare Rosetta, gli scienziati saranno occupati per i prossimi anni a riscrivere la storia del nostro sistema solare.

Il debutto di Orion

Il recupero della capsula Orion EFT-1. Credit: NASA

Dopo anni di sviluppo ha solcato finalmente lo spazio la nuova capsula della NASA, destinata a trasportare astronauti oltre l’orbita bassa terrestre nei piani dell’agenzia spaziale americana. Il primo prototipo di Orion è stato lanciato, senza equipaggio, il 5 dicembre per la missione Exploration Flight Test 1 (EFT-1). Il volo è servito per testare tutta una serie di sottosistemi, tra cui lo scudo termico. Nonostante il volo pressoché perfetto, dovremo aspettare ancora un bel po’ per vedere la capsula pilotata da esseri umani. Ci vorrà infatti ancora qualche anno per sviluppare il modulo di servizio, progetto su cui sta lavorando l’ESA, e, soprattutto, per avere a disposizione il nuovo lanciatore pesante della NASA, lo Space Launch System (SLS). Il primo volo con astronauti è attualmente pianificato per i primi anni ’20.

Esplorazione robotica del sistema solare

Oltre alla bellissima avventura di Rosetta, il 2014 ha visto una notevole attività delle nostre sonde in giro per il sistema solare. L’anno è cominciato nel migliore dei modi con la fase culminante della missione cinese Chang’e 3 che nel dicembre 2013 ci aveva riportato dopo più di 37 anni sulla superficie della Luna. Sia il lander che Yutu, il piccolo rover, hanno inviato dati e immagini straordinarie e sono tutt’ora attivi, anche se Yutu non è stato più in grado di muoversi dopo le prime due notti lunari. Il programma lunare cinese non si è comunque fermato qui. Ad ottobre è partita un’altra missione di test, chiamata Chang’e 5-T1, che ha sperimentato alcune tecnologie che saranno necessarie per Chang’e 5, la missione di raccolta campioni prevista per i prossimi anni. In particolare la capsula di rientro ha circumnavigato la Luna ed è rientrata senza problemi a terra.

I mesi estivi ci hanno visti incollati ad internet a seguire le imprese di un gruppo di appassionati che, dopo una campagna di finanziamento pubblico, ha tentato di ristabilire i contatti con una vecchia sonda della NASA, ISEE-3/ICE, che l’agenzia spaziale americana non aveva più intenzione di utilizzare, non disponendo più della strumentazione necessaria per comunicare con essa. Nonostante che i membri dell’ISEE-3 Reboot Project siano riusciti a ristabilire le comunicazioni, non è stato purtroppo possibile riaccendere i propulsori di manovra della sonda e, alcune settimane dopo il flyby della Luna avvenuto a luglio, si sono persi definitivamente i contatti.

Un’immagine composta da una rappresentazione artistica di Marte e dall’immagine dell’emissione di ultravioletti rilevata da MAVEN dopo il passaggio del a cometa Siding Spring. Image Credit: NASA/Univ. of Colorado

Marte è rimasto, comunque, il protagonista principale dell’esplorazione robotica anche nel 2014. Ai due rover della NASA ancora attivi sul pianeta rosso, e alle tre sonde veterane Mars Odyssey (NASA), Mars Reconnaissance Orbiter (NASA) e Mars Express (ESA) in orbita, a settembre si sono aggiunti due nuovi orbiter: MAVEN, della NASA, e Mars Orbiter Mission, storica missione dell’agenzia spaziale indiana (ISRO). Il rover Opportunity ha superato nel 2014 due importanti traguardi, festeggiando i 10 anni di missione su Marte e superando i 40 km percorsi sulla superficie, mentre MSL/Curiosity ha raggiunto l’obiettivo primario della sua missione e continua le osservazioni scientifiche. Tutte e sette le sonde sul pianeta rosso hanno potuto osservare ad ottobre il passaggio ravvicinato della cometa Siding Spring, effettuando misure senza precedenti e uscendo illese dall’evento.

Tra le nuove missioni lanciate nel 2014 spicca Hayabusa 2, dell’agenzia spaziale giapponese (JAXA) partita a fine novembre insieme ad un nutrito numero di missioni secondarie e diretta verso un asteroide per raccoglierne dei campioni.

Alti e bassi del settore privato e altre agenzie spaziali

Un’immagine del momento dellincidnete di SpaceShipTwo. Image credit: AP Photo/Kenneth Brown

Il 2014 è stato un anno critico, nel bene e nel male, per le aziende private impegnate nello sfruttamento commerciale dello spazio. Oltre all’ormai avviato programma Cargo Resupply Services per la ISS, a cui partecipano SpaceX e Orbital, ha fatto progressi notevoli anche l’altro programma della NASA, il Commercial Crew Program, il cui obiettivo finale è lo sviluppo di mezzi di trasporto di astronauti per la stazione spaziale internazionale. In particolare la NASA ha assegnato i due contratti principali per l’ultima fase di certificazione CCtCap a Boeing, per la sua capsula CST-100 e SpaceX, per la versione con equipaggio di Dragon, mentre l’azienda Sierra Nevada, esclusa dalla competizione con il suo piccolo spazioplano Dream Chaser, sta cercando soluzioni alternative ai contratti NASA.

Settimana terribile per il settore commerciale a fine ottobre quando esplode pochi secondi dopo il lancio il razzo Antares con la capsula Cygnus di Orbital diretta verso la ISS (vedi sopra) e, pochi giorni dopo, si compie la tragedia che ha visto disintegrarsi lo spazioplano SpaceShipTwo della Virgin Galactic causando la morte di Michael Alsbury e il ferimento di Peter Siebold.

Mentre il programma spaziale robotico cinese prosegue soprattuto con le missioni lunari – ma è stata annunciata nel 2014 una missione diretta verso il pianeta rosso che verrà lanciata nel 2020 – il programma di volo umano si è preso una pausa, in attesa del 2015 quando dovrebbe venire lanciata la seconda stazione spaziale cinese, Tiangong-2, e dovrebbero riprendere i lanci della Shenzhou. In campo russo, invece, esordisce quest’anno il nuovo vettore Angara, anche nella sua versione potenziata A5. Il nuovo lanciatore dovrebbe, nei programmi di Roscosmos, l’agenzia spaziale russa, sostituire entrambi i lanciatori veterani, il Sojuz, utilizzato anche per i lanci con equipaggio, e il più potente Proton. Anno importante di test anche per l’India che a dicembre fa esordire l’ultima versione del lanciatore pesante GSLV e il primo prototipo di una capsula per equipaggio.

Numeri e statistiche

Il 2014 ha visto il lancio finora di 91 missioni orbitali, di cui 87 con successo, mentre l’ultimo lancio (cinese) è previsto per il 31 dicembre. La maggior parte, ben 37, sono stati eseguiti dalla Russia, contando anche il lancio dalla rampa galleggiante della società Sea Launch e i quattro lanci di un vettore Sojuz dalla Guyana Francese. Al secondo posto gli Stati Uniti, con 23 lanci orbitali, mentre i cinesi sono al terzo posto con 15 lanci, tutti coronati da successo. 7 lanci sono stati effettuati da lanciatori europei (Ariane 5 e Vega), 4 dal Giappone e dall’India ed 1 da Israele.

Un solo nuovo vettore ha esordito nel 2014, il già citato Angara. Per quel che riguarda le missioni con equipaggio ci sono da segnalare solo i 4 lanci verso la ISS su una capsula Sojuz TMA-M, per un totale di 12 astronauti.

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