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Boeing raggiunge il primo obiettivo del programma CCtCap

Nell'immagine artistica, la capsula CST-100 sgancia il modulo di servizio prima di rientrare nell'atmosfera. (C) Boeing.

Nell'immagine artistica, la capsula CST-100 sgancia il modulo di servizio prima di rientrare nell'atmosfera. (C) Boeing.

Il 16 settembre NASA, l’agenzia spaziale degli Stati Uniti, ha reso note le aziende che si sono aggiudicate i contratti della fase Commercial Crew Transportation Capability del programma Commercial Crew Program (CCDev) volto a fornire all’agenzia il servizio di trasporto astronauti da e verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS).

Il programma è un punto fondamentale della strategia NASA poiché serve a porre fine alla dipendenza dell’agenzia americana dalla Russia per il trasporto di astronauti e anche a incrementare l’equipaggio a bordo della stazione. L’incremento del personale a bordo permette di dedicare più tempo alla ricerca e quindi di massimizzare il ritorno dell’investimento nazionale fatto nella creazione e sviluppo del laboratorio orbitante unico nel suo genere. Inoltre delegando a compagnie private la gestione e realizzazione dei lanci verso l’orbita bassa terrestre (LEO) – una destinazione che NASA raggiunge dal 1962 – l’agenzia spaziale degli Stati Uniti può concentrare i propri sforzi e le proprie risorse nel incentivare e sviluppare la ricerca in orbita. Può infine focalizzarsi nello sviluppo dello Space Launch System (SLS) e della capsula Orion per missioni che rappresentino la base verso lo spazio profondo oltre la Luna e aumentare conseguentemente le competenze e le tecniche che permetteranno agli uomini di esplorare Marte.

Delle tre aziende che avevano partecipato alla precedente fase del programma, denominata Commercial Crew Integrated Capability (CciCap), solo Boeing e SpaceX sono state selezionate con i loro mezzi Crew Transportation System-100 (CST-100) e Crew Dragon, mentre Sierra Nevada Corp. con il suo Dream Chaser è stata esclusa dal programma. Questo ha portato l’azienda del Nevada a intentare un’azione legale contro tale esclusione e tentare il blocco del programma che però NASA ha evitato facendo procedere comunque le 2 aziende selezionate.

La prima a far segnare un passo in avanti verso il volo del proprio mezzo è Boeing che lunedì 1 dicembre ha ricevuto da NASA l’approvazione del primo obiettivo contrattuale e cioè la Certification Baseline Review. La review ha definito non solo il progetto di base del mezzo di Boeing ma anche quello del relativo vettore di lancio, l’Atlas V di United Launch Alliance (ULA), nonché dei relativi sistemi di gestione a terra e delle operazioni durante le missioni.

NASA, per bocca del manager del CCDev, Kathy Luenders, ha definito questo primo passo un punto fondamentale per tutto il futuro del percorso di certificazione perché permette di pianificare anche il calendario di tale percorso che dovrebbe culminare con i voli commerciali verso la ISS in partenza dalla Space Coast della Florida.

Rappresentazione artistica della capsula CST-100 di Boeing che attracca alla ISS. (C) Boeing

Infatti durante la riunione il team di Boeing dedicato al programma CST-100 ha fornito anche un dettagliato programma includendo i concetti di base del progetto anche per quanto riguarda lo svolgimento delle operazioni di missione e i piani di gestione del programma stesso. Fra quanto specificato in particolare si trovano i dettagli di come la capsula si interfaccerà alla ISS e di come gli astronauti NASA verranno addestrati alla gestione del mezzo durante lo svolgimento delle missioni operative.

“È importante per noi, predisporre prima di tutto un robusto piano per raggiungere la certificazione,” ha detto John Mulholland il manager del Commercial Crew Program di Boeing. “È cruciale per noi raggiungere il nostro obiettivo del 2017, e il calendario che abbiamo messo in piedi ce lo farà raggiungere.”

Secondo le clausole dei contratti stipulati (ancora a rischio a causa dei ricorsi di Sierra Nevada) prima di tali voli le due aziende dovranno effettuare dei voli abitati di test a cui dovrà necessariamente partecipare almeno un astronauta NASA al fine di verificare che i sistemi svolgano le proprie funzioni secondo quanto stabilito. Passati i voli di test e raggiunta quindi la certificazione, ogni appaltatore effettuerà almeno due voli di servizio con l’opzione da parte di NASA per altri quattro. La missione tipo prevede inoltre che i mezzi, durante il loro “soggiorno in orbita”, servano anche da scialuppe di salvataggio per l’equipaggio della stazione spaziale .

Per ulteriori informazioni sul programma di NASA Commercial Crew Program si può fare riferimento alla relativa sezione del sito di NASA.

Fonte: Parabolic Arc

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