L-25: Fare bene i bagagli, e perché le orbite non sono tutte uguali

La ground track della ISS. Credit: ISSTracker
La ground track della ISS. Credit: ISSTracker

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti:

Star City (Mosca, Russia), 29 ottobre 2014—Siamo a metà della nostra settimana di esami! La giornata di oggi è dedicata a preparare le nostre imminenti simulazioni finali: sul segmento russo domani e sulla Sojuz venerdì. Non riesco a credere che fra poco più di due giorni avremo completamente finito!

Nel frattempo, lunedì Terry, Anton e io abbiamo passato il nostro esame sul programma di volo Sojuz. Uno specialista è venuto dal Controllo Missione di Mosca per torchiarci sulla nostra conoscenza delle procedure: cosa accade quando, cosa facciamo se questo o quello va storto e non possiamo procedere con il piano nominale… cose del genere.

Per esempio, un distacco nominale è sempre programmato per l’orbita 15 per atterrare in Kazakistan all’orbita 1 del giorno seguente. Ma se ci troviamo in ritardo per qualsiasi ragione, possiamo ancora atterrare in Kazakistan nelle due orbite successive, la numero 2 e la numero 3.

Ok, Ok… cosa significa? Beh, la ISS completa un’orbita ogni 93 minuti (approssimativamente), il che significa che ci sono circa 15,5 orbite al giorno. Abbiamo una numerazione convenzionale di quelle orbite, dall’orbita 1 all’orbita 15 (per lo più) o 16 (una volta ogni tanto, per recuperare). Visto che la Terra ruota verso Est sotto la ISS, la traccia al suolo dell’orbita si sposta verso Ovest. Così, diciamo che state passando sopra la vostra città alle 7 del mattino; dopo un’orbita, alle 8:33, non passerete più sopra la vostra città, perché nel frattempo si è spostata verso Est! Di quanto? Grossomodo 23 gradi di longitudine. Potete farvi un’idea dall’illustrazione, che ho preso da ISS-Tracker (www.isstracker.com).

Tutto questo per dire che, se volete atterrare in Kazakistan, dovete programmare di scendere nelle orbite 1, 2 o 3: nell’orbita 4 il Kazakistan sarà già troppo troppo lontano a Est e, avete indovinato, dovrete aspettare fino all’orbita 1, 2 o 3 del giorno seguente. Fra l’altro, centrare il Kazakistan non è considerato un atterraggio di precisione: la nazione è grande circa come l’Europa! Per assicurarci che ci sarà un team di soccorso ad aspettarci al sito di atterraggio, dobbiamo fare un bel po’ meglio. C’è molto che entra in gioco, a partire da un’accensione di deorbitazione in un momento molto preciso.

Gli aggiustamenti fini vengono fatti dopo il rientro atmosferico: il computer ci fa volare su una traiettoria per portarci al punto di apertura nominale del paracadute. Per essere in grado di calcolare le azioni corrette da inserire nei comandi, deve conoscere il centro di massa del veicolo: ecco perché caricare del materiale cargo da riportare è tanto importante. Così importante che lunedì abbiamo avuto una lezione apposita su questo.

Allora, avanziamo velocemente fino alla prossima primavera: circa due settimane prima dell’atterraggio, riceveremo un radiogramma molto lungo (quelle sono le istruzioni russe) con tutti i dettagli su come stivare il cargo da riportare, così il centro di massa del veicolo sarà ben noto!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.

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Samantha Cristoforetti

Ingegnere ed ex ufficiale dell'Aeronautica Militare, dal 2009 è un’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Ha volato nello spazio per 199 giorni, dal 23 novembre 2014 all'11 giugno 2015 per la missione Futura, svoltasi a cavallo tra Expedition 42 ed Expedition 43.