Sierra Nevada e Stratolaunch presentano un progetto comune
Martedì 30 settembre durante il 65° International Astronautical Congress che si sta svolgendo in questi giorni a Toronto in Canada, Sierra Nevada Corporation (SNC) e Stratolaunch System hanno annunciato di essere al lavoro su di un nuovo sistema spaziale per l’invio di astronauti nello spazio. Il nuovo sistema dovrebbe combinare l’architettura di lancio di Stratolauch con una versione in scala della navetta Dream Chaser di SNC e dovrebbe essere molto flessibile permettendo di lanciare sia voli abitati che cargo ma anche dare la possibilità di effettuare trasporto punto a punto mediante voli suborbitali.
Il sistema di Stratolaunch System è un idea di Paul G. Allen (co-fondatore di Microsoft) e si basa sul concetto di lancio aviotrasportato: un aereo madre porta in volo in alta quota il vettore evitandogli l’attraversamento degli strati più densi dell’atmosfera. Tale profilo è attualmente utilizzato dalla Orbital Sciences Corporation per il suo vettore Pegasus, ma con capacità di carico molto più basse rispetto a quelle nei progetti di Stratolaunch. Queste caratteristiche dell’architettura sono state pensate per massimizzare la flessibilità operativa poichè il sistema può operare da molti siti diversi e non presenta, per esempio, i vincoli relativi a un area di sicurezza molto vasta e al meteo peculiari degli altri sistemi di lancio. Nelle intenzioni questo dovrebbe consentire un accesso all’orbita a basso costo con miglior flessibilità e sicurezza.
Le due aziende pensano di utilizzare questo sistema per portare in volo e lanciare una versione in scala ridotta della navetta Dream Chaser di SNC. Si tratta del velivolo spaziale riutilizzabile a corpo portante che l’azienda del Colorado ha sviluppato a partire dal progetto NASA HL-20 e portato avanti negli ultimi 4 anni nell’ambito del Commercial Crew Program dell’agenzia spaziale statunitense. Recentemente non è stato selezionato per il contratto di fornitura portando l’azienda a presentare ricorso. L’uso di questa navetta aggiungerebbe all’architettura ulteriore flessibilità poichè può volare sia con equipaggio che in modo automatico quindi come semplice cargo e in entrambi i casi può atterrare virtualmente in qualunque pista di un qualunque aeroporto del mondo.
Flessibilità sembra la parola chiave del sistema visto che nei progetti si prevede di trasportare un equipaggio di 3 astronauti verso svariate destinazioni in orbita bassa terrestre (Low Earth Orbit o LEO), si potrà adottare una configurazione cargo per il trasporto di missioni scientifiche e carichi leggeri ma, sfruttando le caratteristiche combinate di lanciatore e navetta, queste 2 tipi di missioni potranno anche essere svolte in modalità punto a punto sulla Terra con voli suborbitali di trasporto.
La conferma nelle parole di Chuck Beams, presidente di Vulcan Aerospace Corp e direttore esecutivo di Stratolaunch Systems, “Combinando una versione scalata del Dream Chaser di SNC con il sistema di lancio di Stratolaunch, possiamo fornire una capacità molto reattiva con la potenzialità di raggiungere una varietà di destinazioni in LEO e riportare a terra astronauti o carichi in una pista degli USA in 24 ore.”
“Questo accordo può espandere la nostra offerta includendo l’alta flessibilità del sistema di Stratolaunch per lanciare una navetta riutilizzabile sia cargo che con equipaggio, o per il dispiegamento rapido di una costellazione di satelliti,” ha puntualizzato ulteriormente Mark Sirangelo, vice-presidente del settore spaziale di SNC.
Maggiori dettagli sul sistema proposto dalle due aziende saranno resi noti nei prossimi giorni sempre nell’ambito del 65° International Astronautical Congress.
Fonte: Parabolic Arc
Update del 2 ottobre
Nella giornata di mercoledì 1 ottobre SNC e Startolaunch System hanno rilasciato delle dichiarazioni che chiariscono meglio alcuni dettagli del progetto.
Craig Gravelle di SNC ha confermato che si tratterà di un veicolo scalato al 75% delle dimensioni di quello presentato per la gara di NASA ma dotato dello stesso tipo di propulsione. La scalatura comporterà una riduzione dell’equipaggio che passa dai 7 del CCP ai 3 di questa versione.
La flessibilità, il punto di forza del sistema, rimane confermata con alcuni dati significativi: la pista di decollo utilizzabile deve essere lunga almeno 3800 m mentre per l’atterraggio il Dream Chaser necessita di almeno 2500 m di pista. Una volta soddisfatti questi criteri, il vettore può decollare da qualunque latitudine e la navetta raggiungere una qualsiasi orbita LEO, di qualunque inclinazione compresa quella della ISS.
Il Dream Chaser, una volta sganciato dall’aereo madre, verrà accelerato da un booster a 2 stadi: il Thunderbolt attualmente in fase di sviluppo da parte di Orbital Science Corporation. Anche il vettore di trasporto è in via di sviluppo da parte di Stratolaunch e al momento si trova al 50% di completamento, secondo le parole di Chuck Beames, con una previsione di inizio dei test di volo per la metà del 2016. I primi test di lancio dovrebbero avvenire nel 2018 con i primi voli in orbita entro la fine del decennio, sempre secondo le parole delle 2 aziende coinvolte e sempre riferiti a voli non abitati.
Un altro punto su cui le aziende si sono trovate d’accordo è stato il silenzio sui costi di sviluppo o di esercizio di questa architettura con Beames che ha semplicemente detto che questa versione della navetta costa decisamente meno della rispettiva proposta per NASA, ma ha anche confessato di non conoscere i costi “a sedile” delle 2 versioni. In un’intervista al termine della presentazione ha ulteriormente precisato di non conoscere i tempi per un lancio umano visto che inizialmente il vettore, il Thunderbolt, era stato pensato per voli cargo ma con un progetto che non preclude la sua conversione per voli abitati, probabilmente in una versione ad hoc.
Un dato fondamentale reso noto è che si tratta di un progetto che attualmente ha visto solo degli studi di fattibilità ad un livello che “non è abbastanza avanzato da soddisfare i requisiti di una preliminary design review di un normale progetto astronautico.”, queste le parole di Beames. La decisione sul progetto è direttamente nelle mani di Paul Allen, sempre secondo Beames, e si saprà qualcosa sul futuro sviluppo o meno intorno a novembre o dicembre.
Fonte: Space News
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