Sierra Nevada Corporation: il giorno dopo

La SNC ha rilasciato un comunicato ufficiale di commento all’assegnazione dei contratti Commercial Crew Program a Boeing e SpaceX. In esso si prende atto della scelta di NASA e si annuncia l’intenzione di ottenere dall’Amministrazione i documenti che contengono le motivazioni della decisione. Solo quando essi saranno stati approfonditamente valutati si procederà a ponderare il futuro del programma Dream Chaser. Sino ad allora, SNC non pubblicherà più commenti sull’argomento.

Il comunicato si conclude con un ringraziamento a NASA per il lavoro sin qui svolto per riportare un mezzo americano manned nello spazio.
La compagnia del Nevada ha recentemente completato i test in galleria del vento, quelli sulla propulsione principale e quelli sui sistemi di controllo assetto. Entro la fine dell’anno vi sarà anche una nuova batteria di prove di atterraggio in California; tutte queste operazioni fanno ancora parte della precedente fase di sviluppo.

Indubbiamente l’esclusione di SNC è giunta del tutto inattesa: era opinione comune (dentro l’azienda e fuori) che l’esclusa sarebbe stata la Boeing con la sua CST-100. Invece, le voci riguardanti l’esclusione dello spazioplano avevano cominciato a circolare dal lunedì precedente la comunicazione ufficiale: una fonte apparentemente interna al processo di selezione aveva lasciato trapelare al Wall Street Journal che Boeing era uno dei vincitori, lasciando stupefatti gli addetti ai lavori.
La ridda di voci e speculazioni era divenuta ben presto ingestibile, ed il management di SNC era stato costretto, nel corso di una drammatica riunione di tutte le maestranze, a confermare l’esclusione della compagnia dalle prossime fasi di sviluppo del programma.

Come sottolineato da NASA, SNC potrebbe proseguire il lavoro sul Dream Chaser sfruttando altri finanziamenti: alcune Agenzie europee (ESA e DLR) e la giapponese JAXA hanno già sottoscritto memoranda di intesa per trasferire alcune tecnologie sullo spazioplano, tra cui quelle di docking. Il professor Jan Woerner, presidente dell’Agenzia tedesca si è spinto oltre, confermando l’esistenza di uno studio per lanciare la navetta con il vettore Ariane. Lo spazioplano potrebbe essere accoppiato direttamente in cima al razzo (come sull’Atlas V), ma anche racchiuso nel fairing. La prima soluzione comporterebbe una rivalutazione di tutta l’aerodinamica del sistema vettore-spazioplano, mentre nel secondo caso occorrerebbe intervenire sulle ali del Chaser, per ridurle lievemente in dimensione.

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Paolo Actis

Paolo ha collaborato con AstronautiNEWS dal maggio 2008 al dicembre 2017