Missione Rosetta: scelto il punto di atterraggio di Philae
Come preannunciato alla fine della scorsa settimana, nel corso di una conferenza stampa l’ESA ha comunicato oggi, 15 settembre, il punto in cui il lander Philae toccherà il suolo della cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko.
Il luogo prescelto è il cosiddetto sito “J”, una interessante regione posta sulla “testa” del corpo celeste.
Durante lo scorso fine settimana il “Landing Site Selection Group” composto da ingegneri e scienziati del “Philae Science, Operations and Navigation Centre” del CNES, l’agenzia spaziale francese, del “Lander Control Centre” presso la tedesca DLR, e da scienziati responsabili degli strumenti a bordo di Philae si è riunito a Tolosa in Francia per valutare i dati a disposizione e decidere quali dovessero essere il sito primario e di backup.
L’area individuata dallo staff dell’Agenzia Spaziale Europea offre un potenziale scientifico molto particolare, attiguo a zone attive ma relativamente più sicuro per il piccolo lander se confrontata con gli altri siti candidati.
La decisione di atterrare al sito “J” è stata presa all’unanimità. La seconda scelta è caduta invece sul sito “C”, che invece è collocato sul “corpo” della cometa.
Come tutte le decisioni importanti, anche quella per il “landing site” è stata comunque il frutto di una serie di compromessi.
“Come abbiamo potuto vedere dalle immagini ravvicinate, la cometa è un posto meraviglioso e al contempo turbolento. Scientificamente molto eccitante, ma la sua forma lo rende una sfida in termini di operazioni”, ha dichiarato Stephan Ulamec, Philae Landing Manager presso la sede della DLR di Colonia.
“Nessuno dei potenziali punti di discesa incontra tutti i criteri al 100%, tuttavia il sito “J” rimane la migliore soluzione”.
“Effettueremo la prima indagine in situ su una cometa. Questo ci offrirà un vantaggio senza precedenti in termini di comprensione della composizione, della struttura e dell’evoluzione di un corpo cometario”, ha detto Jean-Pierre Bibring, scienziato e Principal Investigator dello strumento CIVA presso lo IAS di Orsay in Francia, che ha poi proseguto: “Il sito “J” in particolare ci offre l’opportunità di analizzare materiale incontaminato, di caratterizzare le proprietà del nucelo e di studiare i processi che ne regolano l’attività”.
La zona dell’atterraggio consiste in un quadrato ideale di un km di lato; la maggior parte delle ondulazioni del terreno ha una pendenza di meno di 30° rispetto alla verticale locale e questo riduce le chance che Philae si rovesci al momento del “touchdown”.
L’area risulta relativamente sgombra da massi erratici e gode di una illuminazione diurna sufficiente a ricaricare le batterie di Philae per continuare le analisi scientifiche anche dopo che la prima carica sarà esaurita.
Le prime valutazioni della traiettoria necessaria a raggiungere il sito “J” lasciano stimare il tempo di discesa di Philae sulla superficie in circa sette ore, un periodo breve a sufficienza da non incidere significativamente sul bilancio energetico delle batterie di bordo.
Per il ruolo di backup in un primo momento si erano considerati sia il sito “B” che il sito “C”, ma alla fine ha prevalso il secondo a causa della migliore illuminazione e per la minore presenza di massi. I siti “A” ed “I” sono stati pure parte della discussione, ma ad un esame approfondito non hanno saputo soddisfare un numero troppo elevato dei criteri chiave.
La disceda di Philae sulla Churyumov–Gerasimenko è prevista per l’11 novembre prossimo, anche se la data sarà confermata in via definitiva solamente il 26 settembre, dopo ulteriori accurate analisi della traiettoria che si concluderanno con un GO/NOGO finale previsto per il 14 ottobre.
Credits ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA
Fonti: Sito ESA, Blog della Missione Rosetta
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