Rosetta scende ad un passo dalla Churyumov-Gerasimenko
Rosetta, la sonda dell’Agenzia Spaziale Europea protagonista di una missione di esplorazione cometaria senza precedenti, sta cambiando in questi giorni la propria modalità operativa, passando dai 50 km di quota della fase “Close Approach Phase” ai 29 km della “Global Mapping Phase” (GMP) che prevede un’accurata mappatura fotografica ad alta risoluzione della Churyumov/Gerasimenko.
A quella quota Rosetta sarà inoltre finalmente stretta alla cometa da un reale quanto debole abbraccio gravitazionale, a differenza delle scorse settimane durante le qualoi la sonda di ESA manteneva la sua posizione nelle vicinanze del corpo celeste grazie al controllo attivo del sistema AOCS di bordo.
“L’obiettivo principale della Global Mapping Phase è quello di avvicinarsi quanto più possibile alla cometa e raccogliere dati scientifici della miglior qualità, per consentire l’individuazione dei potenziali punti di atterraggio e agevolare la scelta del sito primario e di backup. Ma dobbiamo anche di iniziare a capire con chi abbiamo a che fare”, ha dichiarato Fred Jansen, ESA Mission Manager di Rosetta. “È una sintesi tra operazioni spaziali, scienza e analisi dati che non ha precedenti”.
In spirale, giù, verso la cometa
Giovedì 10 settembre alle 11.00 la sonda ha ricevuto i comandi che hanno dato il via alla manovra di avvicinamento: un’accensione dei thrusters di bordo ha rallentato Rosetta di 19 cm/sec, inserendola in un’orbita circolare dal raggio di 30 km e periodo di 14 giorni esatti.
Alla guida del Flight Control Team che conduce le operazioni dallo stabilimento ESA/ESOC di Darmstadt in Germania, c’è l’italiano Andrea Accomazzo, Spacecraft Operations Manager (SOM) della missione, che con la sua squadra ha coordinato le manovre che hanno portato Rosetta a sorvolare la Churyumov/Gerasimenko in diverse condizioni di illuminazione.
Terminata una prima orbita, Rosetta scivolerà nel lato “notturno” della cometa per saggiarne le caratteristiche termiche, con un’ulteriore correzione di rotta che abbasserà ancora l’orbita alla quota di 20 km. Questa importante fase è al momento programmata per il 29 settembre prossimo, anche se la “luce verde” definitiva arriverà il giorno 18, dopo che il Flight Control Team avrà valutato accuratamente le performance della sonda e compreso le caratteristiche dell’ambiente attorno alla Churyumov/Gerasimenko. Se invece le condizioni incontrate attorno alla cometa imponessero di rinunciare all’avvicinamento, le operazioni continueranno dall’orbita da 30 km di quota ottenuta nella fase GMP.
Se la transizione a 20 km di quota avverrà con successo, l’orbita verrà ulteriormente raffinata con una manovra a due “step” che consentirà di minimizzare l’esposizione degli enormi pannelli solari e del corpo prinicipale della sonda al getto di gas e polveri che si emana radialmente dalla cometa.
Il 6 ottobre poi, analogamente a quanto accaduto in precedenza, si terrà un ulteriore meeting GO/NOGO dove si deciderà se spingere Rosetta a soli 10 km di altitudine. Se sarà dato il via libera una seconda manovra a due “step” avrà inizio il giorno 8, per concludersi con la circolarizzazione dell’orbita il 15 ottobre. Questo assetto sarà quindi mantenuto fino al 26 ottobre quando si inizierà a fasere l’orbita per preparare la discesa del lander Philae.
Le “operations” più complesse di sempre in casa ESA
Rosetta è al centro delle più complesse “operations” mai condotte da ESA. Dietro l’apparente semplicità con cui la sonda cambia il suo modo di “volare” attorno alla cometa c’è in realtà l’enorme sforzo di un team internazionale composto da decine di persone, impegnate in ruoli diversi: controllo dello spacecraft, dinamica volo, mission planning, science planning.
Inoltre la molteplicità delle possibili orbite (30, 20 e 10 km di quota) rendono la vita particolarmente grama a chi si occupa di programmare le osservazioni scientifiche. Il personale del Rosetta Science Operations Centre (RSOC) dello stabilimento ESA/ESAC, a Madrid in Spagna, sta lavorando in tempo reale ad un piano in “triplice copia” (uno per ogni tipo di orbita) per ciascuno dei numerosi strumenti di bordo.
“Stiamo vivendo il periodo di operazioni scientifiche più intenso della storia di ESA” ha dichiarato Matt Taylor, ESA Project Scientist di Rosetta. “Schedulare efficacemente la raccolta dei dati scientifici, tenuto conto di quanto poco sappiamo dell’ambiente cometario, è a dir poco una sfida”. Come se non bastasse, però, Matt ha già un occhio rivolto al futuro: “Stiamo lavorando in parallelo anche ad un piano post-atterraggio”.
Nel frattempo ESA ha annunciato una conferenza stampa per lunedì 15 settembre, nel corso della quale saranno annunciati i siti primario e di riserva dove verrà fatto scendere il lander Philae.
Ulteriori aggiornamenti da ESA/ESOC sono disponibili sul blog della missione.
Fonte: ESA Rosetta Blog
Immagini e video (C) ESA, Immagine in evidenza: ESA/Rosetta/NAVCAM
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