Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti:
Star City (Mosca, Russia), 13 agosto 2014—È una bellissima settimana d’estate qui a Star City e Terry, Anton e io stiamo mantenendo la nostra familiarità con tutto quello che è Sojuz. Ho avuto sessioni di addestramento all’avvicinamento manuale, all’attracco manuale e alla discesa manuale e oggi eravamo tutti e tre di nuovo insieme nel simulatore Sojuz.
Abbiamo pilotato un profilo di rendezvous e attracco, la prima volta come parte di un volo nominale, che richiede 6 ore (4 orbite) dal lancio all’attracco. La seconda volta abbiamo simulato l’essere passati al vecchio profilo di volo in due giorni a causa di qualche malfunzionamento.
Se vi state chiedendo cosa faremmo per due giorni, aspettando il rendezvous con la Stazione… beh, non sono sicura di come decideremmo di ammazzare il tempo, ma una cosa è certa: per la maggior parte del tempo staremmo girando! Infatti, quando non ci sono operazioni dinamiche (vale a dire: non c’è nessuna necessità di accendere i razzi di manovra o il motore principale), la Sojuz viene messa in stabilizzazione giroscopica con i pannelli solari puntati verso il Sole per massimizzare la produzione di energia. In realtà non è la cosa più bella per l’equipaggio: qualsiasi mal di spazio stiate provando, è garantito che la rotazione lo faccia peggiorare (o vi dia i sintomi, se non li avete ancora). Ma a meno che non stabilizziate attivamente l’assetto con i razzi di manovra, l’unico modo di mantenere un orientamento stabile è ruotare intorno a un asse.
Fra l’altro, l’ho spiegato un po’ di più in questo post di—wow!—quasi tre anni fa (sto studiando la Sojuz da un bel po’, non è vero?):
C’è qualcosa di strano/bizzarro/unico che salta fuori nella tua mente quando pensi all’addestramento nella Sojuz?
Domanda interessante David Anders, grazie!
Immagino che quello che mi ha veramente sorpresa della Sojuz quando me ne sono resa conto è il fatto che il sistema di navigazione del veicolo viene completamente spento dopo ogni fase dinamica (quando usate il sistema di propulsione).
Prima di ogni accensione, che si tratti di un’accensione di correzione o di rientro, i sensori di navigazione vengono accesi e il veicolo ricostruisce l’orientamento lungo la verticale locale e il vettore di velocità. L’equipaggio fa molta pratica nell’eseguirlo manualmente per l’improbabile caso in cui il sistema automatico si guasti.
Fra le fasi dinamiche, la Sojuz viene orientata con i pannelli solari verso il Sole per ricaricare le batterie e fornire alimentazione elettrica ai sistemi di bordo. Poi il veicolo viene messo in rotazione intorno al suo asse per la stabilizzazione giroscopica. Volerà intorno alla Terra mantenendo i suoi pannelli solari verso il Sole. Questo cosiddetto “orientamento solare e rotazione” è generalmente eseguito manualmente dall’equipaggio utilizzando il comando manuale rotazionale nell’angolo superiore destro della foto qui sotto.
Nella foto [di copertina—N.d.T.] potete vedere la vista dal periscopio nel simulatore mentre ci stavamo avvicinando alla ISS. Sembra che fossimo a una distanza di circa 200–250 metri: a quel punto staremmo facendo il fly-around [volo intorno alla Stazione—N.d.T.] per allinearci al boccaporto di attracco. Il computer sta ancora pilotando l’avvicinamento, ma i comandi manuali sono nelle posizioni di lavoro (vengono tirati fuori prima che inizi l’avvicinamento), in modo che Anton possa raggiungerli se è necessario passare al controllo manuale.
Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.