Il Program Leader Garrett Reisman ha annunciato a nasaspaceflight.com che la Dragon V2, la versione abitata della capsula di SpaceX, atterrerà almeno inizialmente utilizzando i tradizionali paracadute.
La capsula Dragon V2 aveva suscitato molto interesse, al momento della presentazione nei mesi scorsi, per l’innovativo sistema di atterraggio, basato sull’utilizzo dei propulsori a razzo di cui sarà dotata fino al contatto con il suolo.
L’atterraggio, come descritto al momento della presentazione, sarebbe avvenuto accendendo ad alta quota i SuperDraco per verificarne il funzionamento e successivamente, in caso positivo, raggiunta una quota molto bassa sarebbero stati accesi per portare la capsula al suolo. I paracadute sarebbero comunque stati sempre disponibili nel caso durante il test ad alta quota qualche anomalia fosse sorta.
In via precauzionale è stato ora annunciato pubblicamente che per i primi lanci, il cui numero non è stato precisato, la capsula utilizzerà invece i paracadute per arrivare fino al suolo.
Durante gli ultimi secondi verranno comunque attivati i propulsori per alleggerire la capsula e permettere un atterraggio morbido sulle zampe e con qualsiasi terreno, con un utilizzo simile a quello delle attuali capsule Sojuz.
La capsula potrà in ogni caso atterrare senza provocare danni all’equipaggio anche con i soli paracadute, senza l’attivazione dei propulsori prima del contatto con il suolo.
I paracadute che utilizzerà la capsula saranno di un nuovo tipo rispetto a quelli dell’attuale capsula Dragon cargo per poter sopportare i carichi maggiori in caso di abort al lancio.
Il primo test di pad abort della capsula è previsto per il prossimo novembre e dopo circa due mesi ci sarà il primo test di abort in volo.
Fonte: nasaspaceflight.com