Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti:
Johnson Space Center (Houston, USA), 9 luglio 2014—Ieri un’altra giornata impegnativa nei panni di una scienziata, addestrandomi a diversi esperimenti di scienze della vita fra cui uno in cui lavoreremo con delle piccole piante.
Un’ultima lezione nel tardo pomeriggio è stata dedicata alla preparazione della mia sessione nella camera a vuoto della prossima settimana, lavorando con una tuta per EVA e dei guanti di Classe 1. Classe 1 è la designazione dell’equipaggiamento progettato per l’utilizzo nello spazio (invece che per l’addestramento). I guanti, in particolare, saranno quelli primari e di riserva fatti su misura per me: se nella camera non troveremo alcun problema con quelli, verranno imballati e mandati in Russia per volare con me nella Sojuz.
Lunedì farò un giro a vuoto: seguiremo tutte le procedure pre-EVA nell’airlock, ma la depressurizzazione verrà simulata. Come nei corsi prep e post in passato, pressurizzeremo invece la tuta a 4,3 psi [0,29 atmosfere—N.d.T] rispetto alla pressione dell’ambiente. Ecco il racconto di una lezione prep e post.
Martedì avremo la cosiddetta sessione in quota, in cui depressurizzeremo realmente la camera fin quasi al vuoto. Per questo, dobbiamo seguire le procedure di prebreath, eliminando l’azoto dal corpo per evitare la malattia da decompressione mentre la pressione viene abbassata. Il protocollo seguito nella camera è il protocollo di 4 ore in tuta, che è esattamente quello che sembra: respirare ossigeno puro nella tuta per 4 ore. Quì il suggerimento è portarsi uno o due film da guardare attraverso un piccolo finestrino nel portello della camera!
Fra l’altro, questa sarà la mia prima volta nella camera a vuoto in tuta EMU della NASA, ma un po’ di tempo fa ho avuto l’occasione di fare una sessione nella camera in tuta russa Orlan. Ecco quella storia, se ve la siete persa!
Foto: la sessione di Terry nella camera un paio di settimane fa. L’ho aiutato a indossare la tuta. (Credit: NASA)
Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.