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L-130: Un giorno di saluti dolci-amari e… cuscinetti assorbenti

Samantha Cristoforetti si addestra a riconoscere le perdite d'acqua nel casco della tuta EMU. Credit: Samantha Cristoforetti

Samantha Cristoforetti si addestra a riconoscere le perdite d'acqua nel casco della tuta EMU. Credit: Samantha Cristoforetti

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti:

Johnson Space Center (Houston, USA), 17 luglio 2014—Ieri è stato il giorno dei saluti… saluti molto speciali. Quanto spesso accade che possiate dire “ci vediamo nello spazio fra qualche mese?”…

Prima Terry e io abbiamo detto arrivederci a Butch dopo un’ultima lezione di robotica insieme… la prossima volta che lo vedremo sarà a novembre in MRM 1, il modulo della Stazione Spaziale a cui attraccheremo con la nostra Sojuz. Più tardi nel pomeriggio Sasha ed Elena sono venuti a salutarci, scherzando che li vedremo al “controllo doganale” prima che ci sia permesso di entrare nella Stazione.

Queste persone sono state parte del mio mondo per anni—ogni volta che mi trovavo a Houston o in Russia o in Europa o in Giappone, a seconda di cosa prevedevano i nostri rispettivi impegni, uno o più di loro poteva essere “in città” nello stesso momento. Beh, non saremo più insieme in città prima di ricongiurgerci nello spazio.

Butch, Elena e Sasha partiranno a settembre, quindi mi aspettavo che questo momento arrivasse presto. Ma abbastanza sorprendentemente, sembra che io abbia detto il mio arrivederci anche a Scott, che vedrò ancora sulla Stazione quando si unirà a noi il prossimo marzo. Se abbiamo ricordato le nostre agende correttamente, per i prossimi quattro mesi ci mancheremo l’un l’altra intorno al pianeta, arrivando “in città” quando l’altro è appena partito.

Oltre a dare abbracci dolci-amari, ieri ho avuto una giornata di addestramento piena con molte attività brevi che sono andate dalle apparecchiature radioamatoriali alla robotica, dall’acquisizione di immagini della retina alla diagnostica dei problemi di rete LAN. Un’attività molto “diversa” che ho avuto è stata l’addestramento alla sensibilità dell’HAP. L’HAP è il cuscinetto assorbente che ora inseriamo nel casco di una tuta da passeggiata spaziale per aiutare a ridurre il rischio di una situazione di perdita d’acqua, come quella che è capitata a Luca l’anno scorso.

Proprio come abbiamo controlli dei guanti previsti nelle timeline delle nostre EVA per verificare periodicamente che non ci siano danni, ora abbiamo controlli periodici dell’HAP, quando ai membri dell’equipaggio viene chiesto di “sentire” l’HAP dietro la loro testa e riferire eventuali variazioni. Per farsi un’idea di quale sensazione darebbe l’HAP intriso di diverse quantità d’acqua, ora abbiamo questo addestramento alla sensibilità dell’HAP. Abbiamo aggiunto progressivamente più acqua fino a quando, intorno a circa 150-200ml, mi sono sentita fiduciosa che sarei stata in grado di sentire la presenza di fluido nell’HAP. Poi siamo passati alla massima quantità—circa 600ml, ed è quello che vedete nella foto. L’HAP si ispessisce significativamente a quel punto e spinge realmente la vostra testa in avanti verso la parte anteriore del casco.

Naturalmente, non lo lasceremmo arrivare così avanti. Ora abbiamo procedure previste per fermare l’accumulazione di acqua nel casco!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.

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