Dopo più di un anno di pausa, lo scorso 26 maggio il razzo Zenit 3SL è tornato ad alzarsi dalla piattaforma oceanica Odyssey, portando in orbita un satellite Eutelsat da 6 tonnellate prodotto da Airbus Defence and Space.
Il satellite per telecomunicazioni è stato immesso in una orbita geostazionaria di trasferimento circa un’ora dopo il lancio, ed i controllori di volo ne hanno confermato la piena operatività. Eutelsat 3B ha una vita prevista di 15 anni, e dovrà servire i mercati di Europa, Africa, medio oriente, Asia centrale ed America latina. Dispone di 10 antenne e 51 transponder (30 in banda Ku, 12 in banda C, 9 in banda Ka, questi ultimi destinati al traffico internet originato da aerei commerciali).
Per Sea Launch si tratta del primo successo dopo l’incidente del febbraio 2013 che comportò la perdita di un satellite per telecomunicazioni Intelsat a causa di un guasto nei sistemi idraulici di guida nel primo stadio dello Zenit. La compagnia risale al 1999, ed impiega componenti provenienti da Ucraina, Russia, Stati Uniti e Norvegia. Dopo essere stata dichiarata in bancarotta (e dopo 3 lanci falliti consecutivi), Sea Launch è ora di piena proprietà russa (Energia Overseas ltd.), mentre la sede legale è in Svizzera.
Secondo i dirigenti di Sea Launch, occorrono 3 lanci all’anno per raggiungere il pareggio di bilancio. Al momento sarebbe disponibile un altro vettore per il gennaio 2015, ma manca ancora un committente. Ulteriori 5 razzi si trovano in diverse fasi di completamento, e dovrebbero essere impiegati entro i prossimi due anni. Sin qui, la crisi ucraina non ha avuto alcuna ripercussione sulla produzione presso lo stabilimento di Yuzhmash, ma è chiaro che anche in questo caso le tensioni internazionali portano motivi di incertezza. Per fortuna, nessuno dei governi coinvolti ha ancora ufficialmente posto veti all’impiego o all’esportazione di hardware aerospaziale.