L’Agenzia americana ha annunciato recentemente di aver compiuto dei passi avanti nel processo di selezione degli asteroidi candidati per la discussa missione ARM (Asteroid Redirect Mission).
La sonda robotica “acchiappa-asteroide” verrebbe lanciata nel 2019, e la scelta finale sul corpo celeste che sarà il suo obiettivo dovrebbe avvenire nel 2018. Sono ancora allo studio due profili di missione: uno prevede di spostare un intero (piccolo) asteroide, l’altro di staccare un frammento di un oggetto più grande. In entrambi i casi si otterrà un masso di meno di 10 metri di diametro, che poi verrà traslato in orbita stabile lunare per successivi studi. NASA si propone di scegliere fra i due approcci entro l’anno in corso.
A marzo l’Agenzia ha già emesso un bando di concorso, finanziato con quasi 5 milioni di dollari, per sollecitare studi concettuali riguardanti le singole componenti di ARM. Intanto, il telescopio spaziale infrarosso Spitzer ha effettuato osservazioni dell’asteroide 2011 MD, che è uno dei candidati alla cattura. Esso ha un diametro di circa 6 metri, ed una densità molto bassa (circa 1 grammo per cm cubo, come l’acqua). Questo suggerisce che sia composto da un ammasso di piccoli detriti, piuttosto che da una singola roccia compatta, e che i due terzi del suo volume siano in realtà spazio vuoto. Potrebbe essere solo la gravità reciproca a tenere insieme l’ammasso di ciottoli, oppure la presenza di un nucleo centrale più denso.
MD 2011 è uno dei 9 asteroidi presi in considerazione per ARM. Di questi, 3 sono già stati valutati nelle loro dimensioni, mentre un quarto (2008 HU4) si troverà nel 2016 nei pressi della Terra, e verrà analizzato con i radar dal suolo. I rimanenti 5 asteroidi candidati purtroppo non saranno così facilmente osservabili, ma il programma NEO (con il quale ARM è pienamente integrato) potrebbe trovare ulteriori candidati.
Per quanto riguarda invece il secondo approccio, ovvero quello di visitare un grosso asteroide e prelevare un enorme campione, va sottolineato che le sonde sin qui lanciate hanno sempre confermato la presenza di grandi massi sulla superficie degli asteroidi più imponenti, e pertanto non sarebbe necessario per ARM effettuare un difficilissimo lavoro di scavo; tra i candidati per questa opzione vi è l’oggetto denominato BENNU, che verrà analizzato dalla missione OSIRIS-REx nel 2018.
Infine, già nel 2013 NASA ha lanciato l’iniziativa Asteroid Grand Challenge, per sollecitare l’apporto di imprese private e grande pubblico all’individuazione di asteroidi potenzialmente pericolosi e/o candidati al recupero con ARM.