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Annullato il lancio inaugurale del nuovo vettore russo Angara

Venerdì scorso il countdown si è fermato automaticamente a poco più di un minuto dal lancio a causa di un non precisato problema tecnico riconducibile ad una valvola difettosa. Più tardi il razzo è stato ritirato dalla rampa di lancio e fatto rientrare nell’hangar di assemblaggio.

Il lancio inaugurale del primo razzo progettato e costruito dopo il crollo dell’Unione Sovietica, doveva avvenire dal Cosmodromo di Plesetsk, 500 km a nord di Mosca nella regione di Arkhangelsk e seguire una traiettoria suborbitale di 21 minuti per ricadere nella penisola della Kamchatka.

Denominato Angara 1.2PP, il vettore in rampa è alto 43 metri, pesa 171 tonnellate al lancio ed è composto da un primo stadio denominato URM-1 (Universalniy Raketniy Modul) spinto da un motore RD-191 a kerosene ed ossigeno liquido e da un secondo stadio URM-2 spinto da un motore RD-0124A sempre a kerosene ed ossigeno liquido.
Proprio per il fatto di utilizzare kerosene, Angara viene considerato un vettore ecologico rispetto ai vettori che dovrebbe sostituire che bruciano idrazina e tetrossido di azoto come il Proton.

Il profilo di volo suborbitale prevedeva un’accensione di 3’42” per il primo stadio, che sarebbe ricaduto nel Mare di Barents, mentre il secondo stadio avrebbe spinto il payload fino ad 8’11” dal lancio, per poi ricadere in Siberia.

Il presidente russo Putin, che seguiva in diretta il lancio dal Cremlino, ha chiesto di avere entro un’ora una spiegazione dell’aborto, ma ha anche consigliato agli ufficiali del programma di lavorare con calma per risolvere il problema e quindi procedere ad un nuovo tentativo.

Secondo fonti ufficiali russe, a dicembre si dovrebbe già svolgere il debutto del più potente Angara 5 che vede un cluster di ben 5 URM-1 come primo stadio ed un URM-2. Questa configurazione è stimata aver la capacità di portare 24,5 tonnellate in un’orbita di 200 km inclinata di 63°.

Il video dell’annullamento:
http://www.vesti.ru/only_video.html?vid=606601
Foto credit: Ria Novosti, Vitaly Belousov.

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