La NASA testa gli attrezzi per la missione verso gli asteroidi
Come è noto da tempo, la NASA sta pianificando l’invio di astronauti verso un asteroide per gli anni ’20 ed i preparativi sono già in corso.
Stan Love e Steve Bowen complessivamente hanno trascorso oltre 62 ore nel vuoto dello spazio, nel corso di nove spacewalks effettuate durante delle missioni con lo Space Shuttle ed ora stanno riversando tutta l’esperienza accumulata per aiutare gli ingegneri, qui sulla Terra, a determinare cosa sarà più utile agli astronauti per il prossimo passo della NASA verso lo spazio profondo. Indossando delle versioni modificate delle tute arancioni da lancio e rientro del programma Shuttle, i due si sono immersi, lo scorso 9 Maggio, nel Neutral Buoyancy Laboratory del Johnson Space Center, una piscina profonda 12 metri che fornisce agli astronauti delle condizioni simili a quelle dell’assenza di gravità in modo tale da potersi addestrare per le attività extraveicolari. Qui, un mockup dell’astronave Orion che trasporterà gli astronauti verso l’asteroide, agganciato ad un mockup dello spacecraft robotico che verrà usato per catturarlo e per portarlo in un’orbita stabile vicino alla Luna, sono stati il fondale per l’Extra Vehicular Activity simulata.
“Stiamo lavorando sulle tecniche e sulle attrezzature che potremmo un giorno usare per esplorare un piccolo asteroide che è stato prelevato da un’orbita attorno al Sole e portato da un veicolo robotico, in un’orbita attorno alla Luna.” Ha spiegato Love. “Quando sarà lì, potremo mandarci delle persone a prendere dei campioni e a darci un’occhiata da vicino. I nostri compiti principali sono quello di cercare delle attrezzature che potremmo utilizzare per questi scopi e quello di pensare a come prenderemo questi campioni.”
Per esempio, uno dei principali obiettivi dell’esplorazione di un asteroide sarà quello di ottenere un campione da carotaggio che ne mostri la stratificazione, il più possibile intatto. Esso potrebbe fornire informazioni sull’età del Sistema Solare e sulle modalità della sua formazione. Tuttavia gli attrezzi che utilizzano normalmente i geologi per effettuare i carotaggi e per prelevare le schegge dalle rocce non sono impiegabili nello spazio; brandire un martello di fronte alla visiera del tuo elmetto non è di certo il massimo della sicurezza. Invece, Love e Bowen hanno tentato l’uso di un martello pneumatico per verificare l”utilità di una sua versione a batteria.
Nel far questo, essi hanno anche valutato una versione della tuta spaziale che potrebbe essere indossata sulla superficie di un asteroide. Gli astronauti della capsula Orion avranno già a disposizione una tuta da lancio e rientro, per restare protetti nelle principali fasi dinamiche del volo. Così, anziché aggiungere del peso al carico che Orion dovrà portare in orbita occupando inoltre spazio vitale all’interno della capsula, gli ingegneri hanno lavorato per convertire l’Advanced Crew Escape Suit (ACES) ereditata dal programma Space Shuttle, in qualcosa adatto alle spacewalks.
Guanti e stivali provenienti dalle tute dell’International Space Station ed altri accessori che potrebbero favorire la tipologia di movimenti che un astronauta dovrebbe compiere sulla superficie di un asteroide, stanno dando una nuova vita alle ACES modificate. Ad ogni modo, probabilmente queste non saranno le ultime modifiche apportate alle tute, in quanto lavorando sui compiti che esse dovranno supportare sull’asteroide, gli astronauti potranno consigliare gli ingegneri su eventuali ulteriori aggiornamenti.
“Necessitiamo di ulteriori e significative modifiche che rendano più facili i movimenti di traslazione.” Ha spiegato Bowen. “Non riesco ad allungare le mie braccia come faccio nella tuta usata sull’ISS. La zona di lavoro è molto piccola e tramite i compiti che eseguiamo durante i tests, possiamo sviluppare ciò che è necessario modificare nella tuta.”
L’ente spaziale americano sta già lavorando per identificare un asteroide che possa essere raggiunto da una missione robotica in grado di catturarlo e di portarlo su di un’orbita stabile attorno alla Luna. Una volta lì, la capsula Orion ed il vettore Space Launch System lanceranno un equipaggio con il compito di esplorarlo e di prelevarne dei campioni. Questa strategia fa un buon uso delle capacità già in possesso della NASA ed inoltre contribuisce a far avanzare quelle tecnologie necessarie per i progetti a lungo termine: inviare esseri umani su Marte negli anni ’30.
Fonte ed immagine in evidenza: (C) NASA.
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