Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti:
Bajkonur (Kazakistan), 19 maggio 2014—Wow, sono passati solo quattro giorni da quando siamo arrivati a Bajkonur, ma è come se fossero settimane. Un breve volo di tre ore da Mosca ed eccoci qui, in un mondo così unico di navi spaziali e razzi e tradizioni, dove tutto il resto sembra così lontano.
Abbiamo lasciato Star City giovedì scorso, dopo alcuni eventi tradizionali che segnano sempre le partenze degli equipaggi. La comunità—altri astronauti e cosmonauti, rappresentanti delle diverse agenzie spaziali, istruttori e molti altri—si raduna attorno a un tavolo della prima colazione; tranne che in genere nessuno mangia nulla. Invece, vengono pronunciati diversi brindisi, per lo più intorno al tema degli auguri per l’equipaggio primario e promemoria all’equipaggio di backup di non rilassarsi. Prima di partire, troviamo tutti qualche superficie orizzontale dove sederci per un minuto o giù di lì: non farlo porterebbe sfortuna!
Una volta fuori, Terry, Anton e io abbiamo seguito a piedi l’equipaggio primario e le loro famiglie per andare a metterci in posa per qualche foto, dopodiché l’equipaggio primario ha risposto ad alcune domande per i media. E poi, prima che ce ne rendessimo conto, eravamo su un pullman per l’aeroporto Chkalovsky, dove due Tupolev Tu-134 del Centro di Addestramento dei Cosmonauti ci aspettavano.
Non pensiate che siamo arrivati a Bajkonur da soli. Il cosiddetto Gruppo Operativo ha volato con noi, diviso fra i due aerei: istruttori, autisti, medici, allenatori sportivi, specialisti delle tute… tutta la conoscenza e la competenza da Star City di cui abbiamo bisogno per le due settimane di quarantena, i controlli di vestibilità e il resto fino al lancio. La maggior parte di quelle persone sono state qui molte volte ed è evidente che formano un team affiatato ed efficiente. È risultato anche chiaro fin dal volo in aereo che sarebbe stato molto divertente condividere quest’esperienza con loro!
Ho sentito e letto così tanto su Bajkonur, che arrivare finalmente qui è stato un momento molto intenso. Ma le cose sono accadute velocemente: siamo scesi dall’aereo e ci siamo presentati davanti ai rappresentanti di Energia, che ci stavano aspettando sul piazzale (Energia è l’azienda che costruisce la Sojuz). Quindi, dopo esserci goduti il caldo benvenuto degli alunni delle scuole locali, siamo saltati sul pullman, incidentalmente lo stesso pullman su cui andremo alla rampa di lancio. Con l’equipaggio primario in un altro pullman davanti a noi, siamo partiti per il luogo della nostra quarantena. Ma mentre passavamo davanti al famoso monumento che rappresenta Bajkonur, abbiamo dovuto per forza saltare fuori e fare una foto!
Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.