Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti:
Bajkonur (Kazakistan), 20 maggio 2014—Venerdì scorso, il giorno dopo il nostro arrivo a Bajkonur, siamo partiti la mattina presto per il cosmodromo, dove la Sojuz TMA-13M viene preparata per il lancio del 28 maggio. In realtà, questa cosiddetta “prima prova di adattamento” domina l’intera agenda degli equipaggi nelle settimane precedenti: devono essere a Bajkonur in tempo per questo evento.
Anton e io abbiamo già avuto l’occasione di sederci nell’astronave di Max, Reid e Alex giù a Mosca alcuni mesi fa, quando abbiamo fatto la verifica di accettazione (vedete L-358).
Ma stavolta è stata un’emozione molto diversa: questo aggregato di metallo ed elettronica porterà i nostri amici nello spazio fra meno di due settimane, le loro vite dipenderanno dal suo corretto funzionamento. Con questo in mente, ancora di più che se fosse il nostro veicolo spaziale, l’unica cosa che continuavamo a dire a noi stessi era: “Non rompere nulla!”
Siamo andati dentro una prima volta con le nostre tute da volo blu per una familiarizzazione generale e seguire una checklist per verificare la configurazione complessiva. Quindi siamo entrati una seconda volta con le nostre tute Sokol, e questa volta ci siamo veramente concentrati nel muoverci attentamente e consapevolmente per evitare qualsiasi incidente. È uno spazio molto angusto, ed entrare dall’alto dal modulo orbitale è naturalmente molto più macchinoso che usare il “finto” portello laterale che abbiamo nei simulatori a Star City.
Sia noi che l’equipaggio primario abbiamo seguito una procedura di verifica del sistema di comunicazione. In aggiunta, con l’equipaggio primario completamente agganciato, visto che i rivestimenti dei loro seggiolini erano in posizione, abbiamo avuto l’opportunità di sperimentare l’estensione dei seggiolini. Quando torneranno sulla Terra fra sei mesi, i loro seggiolini si estenderanno prima dell’atterraggio per armare gli assorbitori d’urto, che smorzeranno la forza dell’impatto nel caso di un guasto ai retrorazzi.
Foto credit: Victor Zelentsov
Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.