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X37-B in orbita da 500 giorni

È lo spazioplano “segreto” dell’USAF, costruito dalla divisione Phantom Works di Boeing ed ispirato all’esperienza dello shuttle, sebbene in versione ridotta e sacrificando la possibilità di accogliere un equipaggio.
E in questa sua terza missione ha superato i 500 giorni di permanenza nello spazio, quasi il doppio rispetto alle prestazioni dichiarate ufficialmente di 270 giorni di massimo. Appare chiaro che, oltre ad un po’ di sana disinformazione su un veicolo così strategico, nemmeno l’aeronautica USA avesse ben chiare le potenzialità del mezzo, e le stia ora testando per la prima volta dopo due missioni di prova durate, rispettivamente, 225 e 469 giorni.
L’X-37B è alimentato dalla luce solare, e pertanto non vi è modo di predire quando sarà obbligato a rientrare. Inoltre, osservazioni amatoriali hanno permesso di stabilire che il mezzo ha effettuato pochissime correzioni di rotta sino ad oggi (una o due al massimo), e dunque dovrebbe ancora essere ben rifornito di propellente.
Inevitabile interrogarsi sulle attività che l’X37 sta svolgendo nello spazio: l’USAF ha più volte smentito che si tratti di una arma anti-satellite. Si tratterebbe invece di un dimostratore tecnologico per il riutilizzo di mezzi spaziali, e contemporaneamente di una piattaforma per svolgere esperimenti nello spazio ed esaminarne i risultati a terra (forse nuove tecnologie per i satelliti spia del National Reconnaissance Office).
Di certo c’è che la sua orbita, di 350 km di altezza, è molto bassa rispetto a quella di un satellite-tipo, molto al di sotto della fascia di radiazioni e dei principali campi di detriti. Lo spazioplano si trova a sorvolare zone comprese fra i 43,5 gradi nord e sud di latitudine: non può dunque osservare la Russia, e neanche l’Europa. Forse, come ipotizza il sito space.com, si tratta di qualche regione del medio oriente.

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