Orion EFT-1: power-on e test vibrazioni

La capsula Orion destinata all’Exploration Flight Test -1 (EFT-1), ha visto completarsi l’integrazione dell’avionica e l’accensione dei sistemi per la prima fase di test al Kennedy Space Center’s Operations & Checkout (O&C) Building.
Durante la missione, attualmente programmata per Dicembre, verranno testati tutti i sistemi principali della capsula, compreso un rientro simulato da un’orbita interplanetaria.
A ottobre dello scorso anno era avvenuta una prima accensione dei sistemi avionici allora installati, per poter verificare, almeno parzialmente, la corretta risposta a seguito dell’assemblaggio di parte dell’avionica.
Da allora sulla capsula sono stati installati progressivamente tutti i rimanenti sistemi avionici, questi a loro volta sono stati testati singolarmente uno dopo l’altro, utilizzando software di diagnostica e controllo, verificando sistemi come quelli pirotecnici, batterie, telecamere, navigazione, propulsione e controllo vitale.
Ora che la capsula è stata alimentata e approvata nell’installazione sono cominciati i test ambientali che dovranno validarla per il volo.
Il primo di questi test è stato, questa settimana, il test sul banco per le vibrazioni, effettuato per verificare che la capsula e i suoi sistemi possano superare indenni le fasi più sollecitanti del lancio.
Il test, completato con due giorni di anticipo sulla pianificazione, non ha rilevato anomalie, validando la capsula per le fasi successive.
Il banco utilizzato per il test ha permesso di sottoporre la capsula a vibrazioni crescenti da 5Hz a 500Hz attraverso due attuatori “shaker” da 1,8ton di forza e posti in punti successivamente differenti.
Dopo ogni test, dalla durata di 30sec, avionica, batterie e sistemi elettrici venivano alimentati e i serbatoi di ammoniaca e elio venivano pressurizzati a 200psi per verificare il superamento del test prima di passare alla fase successiva.
I test proseguiranno nelle prossime settimane con ulteriori fasi di validazione.

Fonte: NASA

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Alberto Zampieron

Appassionato di spazio da sempre e laureato in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Torino, è stato socio fondatore di ISAA. Collabora con Astronautinews sin dalla fondazione e attualmente coordina le attività fra gli articolisti.

2 Risposte

  1. Marco Bruno ha detto:

    Alberto, correggi la frequenza degli shakers – i MHz forse sono mHz 😉

  2. Alberto ha detto:

    Ho corretto l’unità di misura in Hz, effettivamente MHz era del tutto fuori contesto vista la tipologia di test cui era riferita e benché così fosse riportata nel comunicato NASA originale. Grazie Marco per la segnalazione!