Secondo quanto trapelato nei giorni scorsi, il rover Cinese Yutu, arrivato sul suolo selenico lo scorso 14 Dicembre, avrebbe sofferto una non meglio precisata anomalia meccanica appena prima dell’inizio dell’ibernazione per superare la sua seconda notte lunare.
L’agenzia di stato Xinhua ha dichiarato che l’anomalia sarebbe stata provocata dal “complicato ambiente della superficie lunare” citando la State Administration of Science, Technology and Industry for National Defence (SASTIND), l’Agenzia responsabile della missione.
Al momento non ci sono ulteriori notizie sulla natura dell’anomalia, la quale potrebbe aver messo a rischio l’intera missione essendo entrato il rover da ieri nelle due settimane di notte lunare, un periodo critico da superare se le condizioni di ingresso non erano nominali.
Durante la notte le temperature scendono fino a -180°C e il rover era stato programmato per ripiegare i pannelli solari al di sopra della telecamera e dell’antenna principale, anch’essi ripiegati, in modo da creare un ambiente chiuso e riscaldato attraverso i generatori al plutonio.
Da fonti non ufficiali sembra che uno dei pannelli solari non si sia ripiegato correttamente al di sopra dell’asta dell’antenna, impedendo alla stessa di rimanere chiusa e con le parti elettroniche più sensibili protette e riscaldate.
Gli ingegneri che seguono la missione probabilmente non avranno conferma o meno dello stato di salute del rover fino al suo “risveglio” al termine della notte lunare l’8/9 febbraio.
Il rover era progettato per sopravvivere almeno 3 mesi sul suolo lunare del Mare Imbrium e attualmente ha percorso circa 100m.
A bordo trasporta un sistema di raccolta di campioni e analisi in situ attraverso uno spettrografo ad infrarossi e raggi-X, oltre ad un radar per il sottosuolo.
Per quanto riguarda il lander, da cui il rover è partito, non si segnalano attualmente anomalie oltre alla telecamera che non è sopravvissuta alla prima notte lunare. Anche sul lander le attività scientifiche previste continueranno, compresa l’osservazione nell’ultravioletto con il telescopio installato a bordo.