Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti:
Star City (Mosca, Russia), 15 febbraio 2014—Ricordate quando sono stata da Svesda lo scorso ottobre per prendere le misure per la mia tuta Sokol e preparare la forma per il rivestimento del mio seggiolino? In caso contrario, vedete le note L-426 e L-415 del diario.
Bene, la settimana scorsa è arrivato il momento di andare a controllare gli esemplari fatti su misura che voleranno nello spazio con me!
È stato piuttosto speciale. Naturalmente, essere in addestramento per volare nello spazio è qualcosa di straordinario ogni giorno. Ma ci sono cose che vi fanno sentire più vicini al vero volo spaziale, che lo rendono ancora più reale: provare la tuta spaziale che indosserò nel viaggio verso la ISS e ritorno è stato certamente uno di quei momenti.
Abbiamo iniziato la giornata con una valutazione iniziale del rivestimento del seggiolino, sia senza sia con la tuta. Nella foto potete vedere gli specialisti che controllavano dietro il mio collo, per assicurarsi che avessi un contatto continuo. È molto importante all’impatto dell’atterraggio per distribuire il carico uniformemente lungo tutta la spina dorsale e il collo.
Poi gli specialisti mi hanno fatta sedere in un seggiolino speciale sospeso e determinato il mio esatto centro di massa rannicchiata nella posizione che assumerò nella Sojuz. Quell’informazione viene passata al gruppo balistico, in modo che possano calcolare il centro di gravità complessivo del veicolo.
Dopo abbiamo proseguito valutando la Sokol alla sovrapressione di 0,4 atm, il che significa nella condizione che avremmo nel caso di una depressurizzazione della Sojuz. Tenete presente che questa è una situazione d’emergenza. A differenza di una tuta per le passeggiate spaziali, la Sokol non è progettata per farvi lavorare in questa condizione: è progettata per darvi la massima destrezza e libertà di movimento quando non è gonfiata e per salvarvi la vita nel caso di una depressurizzazione.
Visto che è un guscio morbido, acquisisce un volume significativo a una sovrapressione di 0,4 atm: diventa ingombrante, rigida e molto più grande, in modo che per esempio avete bisogno di sollevare la vostra spina dorsale se volete mantenere le mani nei guanti. L’espansione porta anche a fare pendere dalle ginocchia la parte inferiore del vostro torso. Infatti, il retro delle ginocchia è tipicamente il punto più critico in termini di possibile dolore e questioni di circolazione. Ma se la tuta ha la taglia giusta, c’è abbastanza spazio per scaricare attivamente una parte di quel peso, alternando le due gambe.
Testiamo la tuta in questa condizione per due ore: questo è il tempo massimo di cui avrebbe bisogno l’equipaggio per ritornare sulla Terra con un rientro d’emergenza dopo aver stabilito che la Sojuz ha una perdita. Non ho avuto alcun problema significativo con la tuta—la maggior parte delle persone piccole come me non ne hanno. Comunque, sono stata contenta quando il test è finito e ho potuto riaprire quel regolatore!
Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.