Il risveglio di Rosetta

Artist view of ESA's Rosetta cometary probe. Credit: ESA - J. Huart
Artist view of ESA's Rosetta cometary probe. Credit: ESA - J. Huart

La sveglia è puntata alle 10:00 UTC (le 11 del mattino in Italia) del 20 gennaio 2014. A quell’ora la sonda Rosetta, dell’agenzia spaziale europea (ESA), uscirà dal periodo di ibernazione nello spazio profondo durato 957 giorni.

Marte ripreso da Rosetta durante il flyby. (c) ESA

Marte ripreso da Rosetta durante il flyby. (c) ESA

Rosetta è stata lanciata il 2 marzo 2004 dal centro spaziale europeo di Kourou, in Guiana Francese, su un Ariane 5. La sua destinazione finale, che raggiungerà nei prossimi mesi, è la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Per arrivare a destinazione ha dovuto compiere tre sorvoli ravvicinati della Terra (4 marzo 2005, 13 novembre 2007 e 13 novembre 2009) e uno di Marte (25 febbraio 2007) che, grazie all’effetto catapulta della gravità dei due pianeti, ha permesso alla sonda di risparmiare peso e carburante. Lungo la strada Rosetta ha sorvolato con successo e studiato da vicino gli asteroidi Šteins (5 settembre 2008) e Lutetia (10 luglio 2010). Essendo alimentata da pannelli solari, l’8 giugno 2011 la sonda è stata messa in ibernazione durante il tratto di orbita più lontano dal Sole.

Modello ingegneristico di Rosetta presso l'ESOC. (c) M.Zambianchi

Modello ingegneristico di Rosetta presso l’ESOC. (c) M.Zambianchi

La missione di Rosetta è una delle più ambiziose mai tentate dall’ESA. Nelle ore successive al risveglio la sonda cercherà per prima cosa di ristabilire le comunicazioni con la Terra, con le stazioni di ascolto dell’ESA che verranno supportate anche dal Deep Space Network della NASA. Una volta stabilito il contatto, Rosetta comincerà una lunga serie di test sulla strumentazione di bordo che culminerà a marzo con la ricalibrazione degli strumenti in previsione del rendez-vous. Il 21 maggio la sonda eseguirà la prima importante manovra di avvicinamento. Sarà seguita da altre 8 correzioni di rotta che le permetteranno di diminuire gradualmente la velocità relativa e la distanza dalla cometa Churyumov-Gerasimenko. Durante questo periodo le immagini riprese da Rosetta permetteranno di migliorare le stime sulla posizione e l’orbita della cometa, al momento conosciute con una precisione non troppo elevata. 

Una volta arrivata alla distanza di circa 100 km dalla cometa, Rosetta comincerà l’ultima fase dell’avvicinamento quando, con una complessa manovra orbitale ed un percorso triangolare intorno a Cheryumov-Gerasimenko, la sonda vi entrerà in orbita ad agosto. Da una quota di circa 25 km, Rosetta mapperà il nucleo della cometa, del diametro di circa 4 km. Al momento dell’entrata in orbita, la cometa sarà a circa 675 milioni di km dal Sole e si starà dirigendo verso il sistema solare interno nella sua orbita fortemente ellittica, dopo essere stata all’apogeo poco oltre l’orbita di Giove.

Oltre ad utilizzare i suoi 11 strumenti scientifici per studiare la cometa, Rosetta cercherà nei primi mesi anche di individuare il punto che sarà scelto per l’atterraggio di Philae. La sonda, infatti, porta con sé un piccolo lander di circa 100 kg che a novembre si poserà, ancorandosi, sulla superficie di Churyumov-Gerasimenko. Durante la sua missione principale Philae utilizzerà i suoi 10 strumenti scientifici, tra cui una fotocamera ed una piccola trivella in grado di campionare fino alla profondità di 20-30 cm, per studiare nel dettaglio la composizione e l’ambiente superficiale della cometa. La missione primaria del lander terminerà dopo circa 64 ore, quando le batterie si esauriranno. Essendo anche il piccolo lander dotato di pannelli solari, Philae cercherà comunque di ricaricare le batterie dopo la conclusione della missione primaria, sperando di estendere la propria missione per settimane o, magari, anche mesi.

Rappresentazione artistica di Rosetta in orbita intorno alla cometa e il lander Philae sulla superficie. (c) Astrium - E. Viktor

Rappresentazione artistica di Rosetta in orbita intorno alla cometa e il lander Philae sulla superficie. (c) Astrium – E. Viktor

Nel frattempo Rosetta continuerà a studiare la cometa durante il suo avvicinamento al Sole, quando accelererà fino alla velocità di circa 100000 km/h e comincerà a sviluppare la tipica chioma cometaria. Churyumov-Gerasimenko, insieme al suo satellite artificiale Rosetta, passerà il perielio (minima distanza dal Sole – circa 185 milioni di km, fra le orbite di Marte e della Terra) il 13 agosto del 2015. Rosetta continuerà poi a studiare la cometa anche durante l’allontanamento dal Sole, almeno fino al 31 dicembre del 2015 quando la missione dovrebbe concludersi.

Rosetta ha già stabilito dei primati ed altri, si spera, ne stabilirà nei prossimi mesi. La sonda europea è stata la prima alimentata a pannelli solari a spingersi oltre la fascia degli asteroidi. Al momento detiene anche il record di distanza dal Sole per una sonda a pannelli solari, anche se questo primato verrà superato nel 2016 dalla sonda della NASA Juno quando arriverà in orbita intorno a Giove. Rosetta sarà la prima sonda a orbitare una cometa e Philae il primo lander. La missione è battezzata in onore della famosa stele di Rosetta, la localita egiziana dove fu ritrovata, che permise finalmente di decifrare i geroglifici egizi circa 200 anni fa; allo stesso modo si spera che la missione della sonda europea permetta agli scienziati di decifrare l’evoluzione del sistema solare. Il lander Philae è invece battezzato col nome dell’isola sul Nilo dove fu ritrovato un obelisco con un’iscrizione bilingue che aiutò gli studiosi a decifrare la stele di Rosetta.

In previsione del risveglio della sonda dall’ibernazione, l’ESA ha lanciato una divertente iniziativa: “Wake up, Rosetta!” è il concorso che invita a realizzare un breve video in cui si dovrà urlare la fatidica frase che dà il titolo all’iniziativa (e che significa, in inglese, “Sveglia, Rosetta!”, appunto). I premi e le modalità di partecipazione si possono trovare sul sito dell’ESA: http://www.esa.int/Our_Activities/Space_Science/Rosetta/Wake_up_Rosetta

Fonte: ESA.

Immagine di apertura: (c) ESA – J. Huart

  Questo articolo è © 2006-2024 dell'Associazione ISAA, ove non diversamente indicato. Vedi le condizioni di licenza. La nostra licenza non si applica agli eventuali contenuti di terze parti presenti in questo articolo, che rimangono soggetti alle condizioni del rispettivo detentore dei diritti.

Matteo Carpentieri

Appassionato di astronomia e spazio, laureato in una più terrestre Ingegneria Ambientale. Lavora come lecturer (ricercatore) all'Università del Surrey, in Inghilterra. Scrive su AstronautiNews.it dal 2011.